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e va immediatamente ripristinato. L’ordinanza con la quale il Comune intima alla proprietà (la Imco srl, nelle persone del suo liquidatore e del suo curatore fallimentare) l’urgente messa in sicurezza della recinzione che è crollata, è pericolante e pericolosa per i passanti è solo l’ultimo capitolo di una storia lunga almeno 25 anni. La storia del parcheggio di via Raffaello Sanzio, via Buonarroti, via Monte Zeda, quel triangolo all’inizio della Castagnola posto a metà tra la statale e la prefettura. La storia di un’operazione partita male e mai finita che, anzi, si può dire infinita.
A inizio anni ’90 il terreno, di proprietà del costruttore Osvaldo Palese, viene indicato come sede di un parcheggio a servizio del tribunale e dei vicini uffici pubblici (allora l’Esselunga era ancora la fabbrica Pretti). Iniziano i lavori, viene eretto lo scheletro di pilastri di cemento armato, solette e poco altro, poi tutto si ferma mentre avanza l’ipotesi di un cambio di destinazione d’uso. Monta la protesta e l’edificio rimane sostanzialmente un cantiere, con uso temporaneo di deposito-magazzino. Nel mandato Zanotti (2004-2009) viene approvata una variante urbanistica che cancella i parcheggi e prevede una destinazione mista. Nel mandato Zacchera (2009-2013) un’altra variante incrementa la possibilità di realizzarvi appartamenti ma “popolari”, di edilizia convenzionata.
Nel frattempo, però, il gruppo Palese entra in crisi e il triangolo della Castagnola è l’ultimo dei problemi del costruttore, le cui società vengono di recente dichiarate fallite (per alcune il fallimento è stato revocato e s’attende il giudizio della Cassazione).
Intanto tutto resta come è, crescono le piante, s’aggrava il degrado e l’area è ancora un cantiere infinito.