e del tutto estraneo alle accuse che mi muovono”. È durato circa un’ora e mezza l’interrogatorio di garanzia di Luciano Abbategiovanni, il poliziotto delle Volanti della questura del Vco che da venerdì è agli arresti domiciliari, sospeso dal servizio.
Stamane alle 11,30, insieme al suo avvocato difensore, Cristina Beltramini, s’è presentato di fronte al gip di Verbania che, su delega del collega di Torino che ne ha disposto i domiciliari, l’ha interrogato. Non era presente il pm Antonio Rinaudo della Procura distrettuale (competente per i reati commessi da appartenenti alle forze dell’ordine in servizio) e, quindi, l’ha sostituito il magistrato verbanese Nicola Mezzina.
All’uscita dall’ufficio del gip, Abbategiovanni s’è fermato a parlare con il suo avvocato e, insieme, pur senza entrare nel merito delle contestazioni – “che comunque non sono della gravità che si dice o si ipotizza” ha precisato – ha accettato di parlare ai giornalisti, mostrandosi tranquillo e convinto di ”non aver commesso reati”. “Ho risposto alle domande e sono pronto a farlo nuovamente con il pm titolare dell’inchiesta. Spero che si faccia in fretta”.
L’inchiesta nasce a Verbania e è il filone di un’altra scaturita da un’indagine dei carabinieri. Il capo d’imputazione non è noto, ma potrebbe riferirsi all’accesso al sistema informatico di polizia effettuato da Abbategiovanni che, secondo l’accusa, sarebbe stato illegittimo e mirato a raccogliere informazioni estranee a procedimenti di servizio.
Ora la questione diventa procedurale. Il gip di Verbania trasmetterà il verbale al collega di Torino, che dovrà esprimersi sulle misure cautelari e, eventualmente, accogliere le tesi della difesa che però non ha potuto avanzare richieste non trovandosi di fronte il giudice che a Torino ha disposto i domiciliari.