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tribunale7
VERBANIA – 27.09.2016 – Assolto per insufficienza

di prove. È finita così, senza alcuna conseguenza, la lunga e laboriosa vicenda processuale di Oualid Chouaibi, un tunisino di mezza età, sposato e padre di famiglia, che tra l’Aronese e il Borgomanerese girava paesi e cantine cercando di farsi regalare biciclette e ferrivecchi che poi rivendeva. Il 5 ottobre del 2012, fermato dai carabinieri a Borgomanero per un controllo stradale, Chouaibi fu trovato con numerose biciclette caricate sul cassone. All’epoca dei fatti si erano verificati alcuni furti nel Medio Novarese e i militari vollero approfondire l’origine di quei pezzi. Perciò portarono Chouaibi in caserma e gli fecero depositare il contenuto nel cortile. 16 giorni dopo, il 21 ottobre, fu redatto il verbale di sequestro indicante anche un modello Holland da donna di color bordeaux risultata rubata a un residente in zona. Indagato per ricettazione, il tunisino ricevette a domicilio un decreto penale da 45.000 euro – il valore della bici era grossomodo di un paio di decine di euro – al quale s’è appellato. Nel processo non si è mai riusciti a chiarire le circostanze del sequestro, anche perché non s’è mai presentato il carabiniere (oggi ex) che aveva redatto quell’atto. Per queste ragioni il pm Chiara Radica ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove. L’avvocato difensore del tunisino, Alessandro Zonca, puntava invece sull’estraneità totale perché non c’è prova che la Holland fosse tra le bici rinvenute il 5 ottobre, l’imputato non sapeva che fosse rubata – altrimenti non l’avrebbe consegnata ai militari – e non c’è il lucro non avendola venduta. Il giudice Marta Perazzo s’è espressa per l’assoluzione.