VERBANIA – 30.09.2016 – Quattro anni, due mesi
e 1.200 euro di multa. È questa la pena che la Procura di Verbania, con il pm Laura Carrera, ha chiesto nei confronti di Barbara Panizzolo, ritenuta uno dei vertici della banda di falsari di euro scoperta nel 2013 dai carabinieri di Verbania. Secondo l’accusa la donna, compagna del tipografo biellese Massimo Pulze, era la responsabile della rete di spaccio dei 50 euro falsi che venivano realizzati tra Lessona e Baveno, dove aveva sede la tipografia di Gianmario Griggi. Griggi e Pulze stampavano fisicamente il denaro che poi veniva smerciato attraverso altre persone. Una marea di denaro, decine e decine di milioni come quelli sequestrati in un box di Bioglio: 172 scatole di cartone contenenti banconote per quasi 80 milioni.
Per questi fatti Griggi ha già avuto due gradi di giudizio. Condannato a 12 anni in primo grado, s’è visto ridurre la pena a 6 dalla Corte d’Appello. Pulze ha patteggiato 4 anni. Devono ancora essere definite le posizioni di altri imputati per lo spaccio di banconote, che hanno scelto il rito abbreviato. Panizzolo, invece, ha scelto il rito ordinario. Difesa dagli avvocati Fabrizio Lauti e Eugenio Ferla, sostiene l’incompetenza territoriale del tribunale di Verbania perché la produzione delle banconote contraffatte non avveniva a Baveno ma a Lessona, comune per il quale è competente il tribunale di Biella. Nell’udienza di ieri pm e difesa hanno presentato al collegio composto da Rosa Maria Fornelli, Claudio Michelucci e Marta Perazzo le loro conclusioni, compresa la richiesta di assoluzione avanzata dalla stessa accusa per Fausto Buratti, imputato anch’egli per i suoi rapporti con Panizzolo. L’udienza è stata aggiornata al 20 ottobre.