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VERBANIA – 05.10.2016 – Un contromanifesto da affiggere 

a Stresa chiuderà definitivamente i “veleni” della variante urbanistica. Oggi in tribunale a Verbania è stato raggiunto l’accordo per la remissione della querela per diffamazione che, sporta dall’ex sindaco Canio Di Milia, ha portato al rinvio a giudizio di tre ex consiglieri: Giovan Battista Vecchi, Piero Vallenzasca e Lucio Augusto Casaroli. Furono loro, nell’ottobre 2013, gli autori del manifesto che criticava aspramente la variante cosiddetta Zanetta, quella che consente la costruzione di un nuovo albergo sul lungolago, definita un “crimine architettonico” del “sindaco e della sua maggioranza”, “piegati servilmente all’interesse economico di un solo ricco cittadino”.

Per queste frasi Di Milia, ritenendosi diffamato, sporse querela, avviando il processo che oggi è stato evitato al termine di una non facile conciliazione. È stato lo stesso giudice Luigi Montefusco a invitare le parti a trovare un accordo, richiamando tutti al buon senso spiegando che la diatriba sulla legittimità o meno della variante non era oggetto del procedimento. Il magistrato per due volte ha sospeso la seduta lasciando gli avvocati dei tre imputati alle prese con correzioni e emendamenti. L’ex sindaco ha accettato una prima versione del testo del manifesto, che ha dovuto essere corretta perché mancava l’accordo tra i tre imputati a causa dell’insistenza di Casaroli nel mettere un riferimento alla genesi della variante urbanistica. Il testo finale, che sarà letto dagli stresiani come lo fu il manifesto del 2013, ribadisce il diritto di critica politica degli ex consiglieri ma rivolge le scuse all’ex sindaco spiegando che il loro intento non era l’offesa e la diffamazione. Nessun accenno sulla bontà o meno di quell’operazione amministrativa, che resta il motivo di dissidio tra le due parti. Il 12 dicembre le parti torneranno in aula per verificare l'avvenuta affissione e chiudere definitivamente questo capitolo.