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DOMODOSSOLA- 15-10-2016- La Lega Nord domese, tramite il segretario Marco Bossi

attacca il Partito Democratico cittadino, che nei giorni scorsi aveva, in un comunicato stampa, fornito alcuni dati sui flussi di migranti, anche a Domodossola, dimostrando che molti erano arrivati in città dopo l'elezione di Lucio Pizzi a sindaco: “ Comprendiamo lo smarrimento del Pd domese- così la Lega- diviso e borioso durante le elezioni e frustrato ancor più di questi tempi con i sondaggi che danno il SI di Renzi in netto calo, ma chi li capisce? Riteniamo però che sia necessario lanciare un appello per fermare i deliri contenuti nei loro comunicati stampa. Si iniziò con la proposta di legalizzazione della marijuana, si passò alle accuse di inciuci tra maggioranza e Movimento 5 stelle, e si arriva ad oggi all'assurdo di criticare il Pizzi-scafista, accusato di portare clandestini in città.
PD xenofobo e razzista? Al di là dei deliri, parliamo di dati oggettivi, ma come può il PD, che fino a ieri ha amministrato la città, avvallando le scellerate politiche del governo Renzi in fatto di accoglienza di clandestini, pensare di attribuire all'attuale sindaco ed alla nuova amministrazione l'aumento del numero di  presunti profughi parcheggiati dalla Prefettura nel nostro comune? In molti ricordano come fu proprio la campagna elettorale a mettere un freno all'arrivo di ulteriori migranti che, in base ai piani di alcune cooperative, sarebbero stati molti di più rispetto a quelli attuali. Fortunatamente la vittoria di Lucio Pizzi, della Lega Nord e del centro-destra unito ha sventato questa follia ed ha arginato una invasione che in altre città è pericolosamente in atto.
La Lega Nord invita il sindaco di Domodossola a non mollare continuando nel solco tracciato. Esortiamo inoltre tutti i sindaci ossolani a non permettere che politiche di accoglienza senza senso e foriere di contrasti sociali, vengano messe in atto da cooperative od altri enti che di fatto hanno trasformato, in collaborazione con il governo Renzi-Verdini-Alfano, un nobile gesto in business, purtroppo spesso collegato ad ambienti poco limpidi. Solo con una decisa presa di posizione di tutti i territori si può sperare di convincere Roma a rivedere questa sua linea politica. Se, come avviene in tutti i paesi europei, ci fosse una più scrupolosa gestione del problema e si destinassero i 4,4 miliardi di euro (spesa immigrazione nel 2016) al welfare rivolto agli italiani,  sistema destabilizzato dai continui tagli, si creerebbero sicuramente meno tensioni e più giustizia sociale”.