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VERBANIA – 24.10.2016 – Tasse, accordi internazionali

e zona franca. Sono stati questi i temi discussi venerdì dal tavolo del frontalierato che s’è riunito in provincia alla presenza del viceministro dell’Economia, l’Ncd Luigi Casero. Approfittando della presenza dell’esponente del governo al meeting politico di Stresa, il presidente del Vco Stefano Costa ha riunito al tavolo lui, il vicepresidente della Regione Aldo Reschigna, il parlamentare Enrico Borghi e i rappresentanti dei frontalieri. Da questi ultimi è partito, forte, il pressing verso il governo per fare in modo che lo status di lavoratore oltreconfine sia interpretato dall’Agenzia delle entrate in un modo univoco, indipendente dalla provincia di residenza. Accade infatti che norme sull’imposizione fiscale che si prestano a interpretazioni vengano lette differentemente a Verbania, Varese, Como o Lecco, le province dove risiede la stragrande maggioranza dei lavoratori frontalieri. Sul limite al prelievo dei contanti a 50.000 franchi l’anno, sulla tassazione di Secondo pilastro, invalidità e prepensionamento e sulla trasmissione dei fati fiscali Italia-Svizzera il viceministro s’è impegnato a portare a Roma le istanze del territorio e a intervenire concretamente.

Spiragli si sono aperti sulla zona franca lanciata ufficialmente qualche giorno fa dal consigliere provinciale e rappresentante dell’Unione industriale Rino Porini. Rivitalizzare il tessuto produttivo e economico del Vco – provincia interamente montana confinante con uno stato stero – con una fiscalità agevolata è un’idea che verrà sviluppata nei prossimi giorni. All’onorevole Borghi il compito di raccogliere, nero su bianco, la proposta da portare poi a Casero e al governo.

Oggi, intanto, s’è insediato a Roma il tavolo tecnico per dar vita allo statuto del frontaliere, altra iniziativa partita dal Vco.