DOMODOSSOLA – 26-10-2016- Occorre ridare cuore e vigore alla chiesa
renderla affascinante attraente e per fare questo accanto ai sacerdoti servono dei laici preparati”. Lo ha detto il vescovo di Novara Monsignor Franco Giulio Brambilla che ieri era a Domodossola all'Oratorio per l'avvio del percorso di concretizzazione delle scelte volute dal XXI Sinodo diocesano, che ha concluso la sua prima parte – quella della progettazione – ed è entrato nella seconda: quella della messa in pratica delle novità. All' incontro riservato all'Unità pastorale di Domodossola hanno partecipato i sacerdoti, i fedeli e i gruppi provenienti dalle parrocchie di Domodossola, Val Bognanco, Val Divedro, Valle Antigorio e Valle Formazza. Il confronto è servito per condividere idee per il futuro. Dopo una preghiera e l'introduzione del vescovo tra il pubblico si sono formati diversi gruppi di lavoro che si sono occupati di temi legati alla pastorale dei giovani delle famiglie e ai ministeri laicali. L'Ossola è stata divisa in tre Unità Pastorali che corrispondevano agli antichi vicariati, mentre il vicariato è rimasto unitario.”Le unità pastorali missionarie Upm sono il luogo dove le parrocchie imparano a lavorare insieme. Ci sono grandi risposte che dobbiamo dare alla società di oggi – ha spiegato Monsignor Brambilla - la pastorale giovanile, familiare, la carità, la cultura, i migranti, il lavoro. Non subito laici vuol dire laici impegnati prima di tutto essi devono scoprire la loro coscienza battesimale devono vivere la propria esperienza nel lavoro, nella famiglia. I laici devono essere formati per questo abbiamo pensato a dei seminari per la formazione spirituale”. Molto spazio è stato dato al tema dell'evangelizzazione delle famiglie ed è emersa la necessità non solo di preparare le coppie al matrimonio ma di seguirle anche dopo, accompagnando i genitori durante il periodo dell'arrivo dei figli e durante il periodo del catechismo dei ragazzi. Si è trattato poi delle nuove figure ministeriali. E' emersa anche la preoccupazione legata al fatto che con la crisi delle vocazioni in molte parrocchie piccole non potrà esserci più la messa ma solo la liturgia della parola senza quindi il ministero dell'Eucarestia. “Purtroppo su 340 parrocchie della diocesi ci sono solo 220 preti – ha detto Monsignor Brambilla- da qui al 2020 perderemo ancora una quarantina di preti. Ci spostiamo per la città mercato per tante altre cose quelli, che sono sani possono spostarsi per la messa. Per le persone anziane ci sarà la liturgia della parola le messe principali saranno comunque assicurate per i prossimi anni”. Con il vescovo erano presenti il vicario generale don Fausto Cossalter, il vicario episcopale don Brunello Floriani e il vicario territoria don Vincenzo Barone e il responsabile dell'Upm don Marco Piola.