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DOMODOSSOLA- 28-10-2016- Si è discusso a lungo giovedì sera in consiglio comunale a Domo sul Ciss, il consorzio che riunisce sino al 31 dicembre 2016 ancora 36 comuni ossolani per gestire una serie di servizi alla popolazione, ente che si è occupato anche dell'ospitalità di oltre cento migranti. Consorzio da cui il sindaco domese Lucio Pizzi ha minacciato di uscire se non verranno chiarite alcune situazioni riguardo l'accoglienza diffusa su tutto il territorio. E' stata Liliana Graziobelli del Pd a spiegare l'ordine del giorno "Uscita dal C.I.S.S. del Comune di Domodossola e servizio di accoglienza richiedenti asilo”: “A distanza di due anni- così Liliana Graziobelli ricordando il primo arrivo in città dei migranti- l' emergenza è rimasta tale, e non ci rendiamo conto che e una situazione contingente che rimarrà per decenni ed a cui noi dobbiamo adeguarci organizzandoci, senza lasciare soli i comuni che sinora se ne sono fato carico. Condivido con il sindaco che non può e non deve essere solo Domo a farsi carico di questa accoglienza. Avevo provato anche io a sollevare il problema e non avevo avuto risultati.

La proroga del Ciss di un anno scade il 31 dicembre 2016, nel frattempo si sarebbe dovuto vedere se si riusciva a fondere i tre consorzi provinciali, ad oggi i servizi sociali devono essere gestititi in ambito di 40 mila abitanti, Domo da sola non può farlo, per uscire dal Ciss dovrebbe unirsi per raggiungere comunque i 40 mila abitanti. Icosti del Ciss hanno permesso in questi venti anni di offrire servizi ottimi, per esempio agli anziani dei paesi come se abitassero nelle valli, e che il comune di Domo versasse la stessa quantità di denaro di un paese”. “In realtà – così Lucio Pizzi- quello che emerge è un spaccatura fortissima che ne sta mettendo in discussione la vita stessa del Ciss. Sono le varie anime del centro destra e del centro sinistra che stanno implodendo. Il consigliere Bolognini, ha partecipato ad una riunione e se ne sarà reso conto, al di là delle posizioni che hanno coerentemente i sindaci di centro destra, c'è una grande ipocrisia dei sindaci di centro sinistra che sul tema dell'accoglienza si schierano a favore, però dicono “ da noi non c'è posto, non siamo disponibili, non abbiamo strutture. Questo incricca il meccanismo, è inaccettabile. Quando sono stato proposto alla presidenza del Ciss e mi è stato chiesto con quale spirito affrontavo l'incarico ho detto due cose, sul Ciss unico non ho preclusioni di nessu tipo, mi piace ragionare sui numeri, mi dite che c'è uno studio che sta arrivando, bene, lo analizzeremo e poi vedremo cosa fare. L'altro dato era la mia preoccupazione sui migranti, che è molto chiara. Ma una cosa è il mio ruolo come sindaco, altro come presidente del Ciss, se verrò eletto rispetterò le sensibilità di tutti. Quindi non avrei preso una posizione contraria in assoluto sul fatto che il Ciss potesse continuare a gestire l'emergenza, anche perchè resta il fatto che il Ciss possa gestirla meglio del privato. Non possiamo però essere forzati ad accogliere come sindaci. Però se sindaci di centro sinistra mi dicessero “anche noi accogliamo”, allora va bene. E' venuto meno lo spirito consortile che dovrebbe caratterizzare il Ciss. Nel 2014 parte la prima convenzione, che era di 50 migranti, nel dicembre di quell'anno è poi stata firmata l'altra sino ai 112 migranti. Attenzione perchè non è così facile avere la mappatura dei numeri e delle vie dove sono sistemati, bisogna diventare presidenti dell'assemblea del Ciss per farlo. Solo quando capisci quanti sono hai il quadro della situazione, ed a me non è piaciuto. Sui 112 in convenzione 90 sono a Domo e la rimanenza a Craveggia. Finchè a Vogogna e Villa sono arrivati altri migranti, gestiti però da una Cooperativa, ebbene sino a quel momento solo due comuni avevano migranti in Ossola, di cui 90 erano a Domo. Se questo è equo e rispetta lo spirito consortile io non lo credo, e quando sono arrivato c'era la fila di persone che proponevano appartamenti per darli ai migranti e farsi pagare. Mi sembra che la situazione non vada bene. Io ho detto ok allo spirito consortile ed al rispetto tra di noi, ma con solidarietà all'interno del territorio, riportiamo Domo ad una quota accettabile. Attenzione perchè nel momento dell'emergenza i prefetti rimandano i profughi senza rispetto delle volontà sul territorio, ed il prefetto ha dichiarato alla presenza di vari enti ed istituzioni che Domo è satura e deve essere alleggerita, non è facile che il prefetto dica una cosa del genere, quindi non sono io che vaneggio. Io ho chiesto che la situazione sia equilibrata, la quota ,che non è legge ma è indicazione e fonte di trattativa, indica ragionevolmente la quota dei profughi in 2,5 ogni 1000 abitanti, questo deve essere. Per l'emergenza dovrà comunque esserci un termine, perchè appunto è un'emergenza, e quindi non potranno restare qui per sempre. Questa è stata la mia linea dal primo giorno e continuerò a portarla avanti, io non sto li a farmi prendere in giro”.

Monica Corsini del M5S ha poi detto che le competenze del Ciss non possono essere disperse: “Un consorzio riunisce sempre- ha spiegato- basta che il territorio lo voglia, credo che sia necessario rimanere all'interno del consorzio conservandone le competenze, ottenendo la sinergia dei vari comuni”. Claudio Rapetti Lombardo della Lista Cattrini ha spiegato di essere in linea con il parere del M5S: “Il Ciss in Ossola è fondamentale- ha detto-non per la gestione dei migranti, ma per gli altri servizi. Noi non possiamo disimpegnarci, se gli altri comuni non si impegnano noi dobbiamo farlo”. Infine il sindaco Lucio Pizzi ha ribadito: “Dopo che a Villa e Vogogna sono arrivati i migranti restano 32 comuni che non ne hanno, e la maggior parte sono amministrazioni di centro sinistra. Abbiamo 60 migranti da ridistribuire rispetto all'eccesso di Domo, rispetto ai quali non ho sentito nessuno che mi ha detto “hai torto”, o “non siamo in grado di non risolvere il problema in due anni”. Io quindi non piegherò la testa”.