VERBANIA – 02.11.2016 – Ce l’aveva con la polizia
perché non difendeva lei e suo marito dalle discriminazioni subite sull’autobus. Non sono bastate queste motivazioni, spiegate dal suo legale, Antonello Riccio, per evitare a Rita Savoini una condanna per oltraggio e rifiuto di declinare le proprie generalità. Il giudice Raffaella Zappatini, accogliendo la richiesta del pm Guido Del’Agnola, l’ha infatti condannata oggi a 3 mesi concedendole il beneficio della sospensione e della non menzione della pena.
I fatti, che risalgono al 2015, accaddero sulla linea Verbania-Omegna di Vco Trasporti. Savoini era sul mezzo insieme al marito, di nazionalità marocchina. L’uomo fu oggetto di alcuni commenti a sfondo razziale proferiti di un altro passeggero e innescarono una discussione piuttosto animata che il conducente del bus cercò di sedare chiamando la polizia e accostando alla prima fermata disponibile. Gli agenti della Volante intervenuta sul posto separarono i contendenti e chiesero i documenti di tutti i presenti. Fu in quel momento che la donna iniziò a protestare, prendendosela con i poliziotti che – a suo dire – avrebbero dovuto sanzionare l’altro passeggero. I toni concitati e l’animosità portarono alla denuncia. Anche in aula, chiamata a testimoniare, l’imputata non ha spiegato di non aver chiesto scusa e ha ribadito le proprie posizioni. Nonostante l’avvocato abbia cercato di ridimensionare l’episodio riconducendolo a un comportamento maleducato, il giudice l’ha condannata.