TRONTANO- 2-11-2016 – La lite era nata per l’eredità del padre morto
qualche anno prima e s’è conclusa con un processo e una condanna. Il tribunale di Verbania ha riconosciuto colpevole di detenzione di armi improprie l’ossolano T.D.S. Nel pomeriggio del 13 ottobre 2015 i carabinieri furono chiamati per una lite familiare con minaccia. Giunti sul posto trovarono il fratello dell’imputato che raccontò di essere stato minacciato dal congiunto che poi s’era allontanato con l’auto. I militari si misero alla ricerca dell’auto sulla quale viaggiava e la trovarono in un parcheggio. A bordo c’erano T.D.S. (al volante) e la compagna (a fianco). All’interno furono trovati un piede di porco nello sportello del guidatore e un nunchaku artigianale (imitazione dell’attrezzo utilizzato nelle arti marziali giapponesi) sotto il tappetino dell’autista. Secondo l’avvocato Antonio La Rosa, difensore dell’uomo, quegli attrezzi si trovavano in una proprietà privata, l’auto, parcheggiata oltretutto in un parcheggio privato, motivo per cui non sussisterebbe il reato. Il giudice ha invece deciso diversamente, sposando la richiesta di condanna del pm Guido Dell’Agnola a 6 mesi e 1.000 euro di multa, la stessa pena peraltro oggetto di un decreto penale di condanna.