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AMATRICE- 03-11-2016- Tra i volontari che da tutta Italia si sono recati
nelle zone terremotate c'è anche un ossolano, Nunzio Scarcella, residente a Villa, carabiniere e volontario del Cisom, il Corpo italiano soccorso ordine di Malta. Da anni Nunzio Scarcella è impegnato in missioni di soccorso, ha partecipato già per il sisma del 2009 che aveva colpito l'Aquila e l'Abruzzo ed in queste settimane è stato impegnato ad Amatrice, portando anche fondi per i terremotati raccolti in Ossola, dalla parrocchia di Pieve Vergonte: “La mia impressione è che questo sisma sia stato più devastante rispetto al 2009- spiega- siamo partiti la notte di venerdì 21 da Verbania, il sabato mattina eravamo ad Amatrice, inutile raccontare l'impressione della prima vista, nel vedere le frazioni distrutte. Il nostro compito era a livello logistico, in particolare gestivo il magazzino viveri destinato alle frazioni ed ai terremotati del luogo. Approntavamo quattro mezzi tutte le mattine con i generi necessari per il sostentamento quotidiano, latte, pasta, scatolame vario, prodotti per l'igiene, detersivi, pannolini, omogeneizzati e giravamo dalle 9 di mattina alle 18 di sera per cercare di rifornire quotidianamente tutte le frazioni. La gente chiedeva anche caffè ed olio, ed in particolare molti che avevano le bestie chiedevano il mangime per queste. Avevamo tanta roba da distribuire, magari agli animali agli agnellini, davamo anche omogenizzati in scadenza, che abbondavano. C'era anche un gruppo di animalisti che provvedeva a queste incombenze, per quel che potevano.Tra gli episodi che più ci ha colpito a Scai, a 1400 metri, una frazione, ci era stata segnalata una persona che viveva in un garage ed aveva bisogno non tanto di cibo quanto di una stufetta elettrica e delle scarpe, aveva le tennis, e l'abbiamo attrezzato per affrontare l'arrivo dell'inverno, gli abbiamo dato coperte, giubbotti e con i soldi che ci hanno dato dall'Ossola abbiamo comperato le scarpe per questo signore ed altra gente. I bambini ci chiedevano i quaderni, ed abbiamo provveduto a recuperare vario materiale scolastico.
Ognuno di noi volontari ha i suoi compiti assegnati, di segreteria per tenere i contatti con Roma e con gli altri enti, la logistica per montare le tensostrutture, ne abbiamo montata una, insieme ai volontari della Protezione civile del Lazio, che può ospitare 400 persone, ci faranno la mensa. Siamo stati in quelle zone devastate una settimana, dal 22 al 29. Ripartirò il prossimo 4 ottobre, non so ancora se andrò ad Amatrice o san Severino Marche e resterò un'altra settimana, sino al 12 novembre. In questa prima esperienza avevamo a disposizione la somma di circa 2 mila euro raccolta dal nostro assistente spirituale Cisom, don Simone Rolandi, parroco di Pieve Vergonte, Piedimulera, Cimamulera, Megolo ed Anzola, dove hanno raccolto i fondi. Quando siamo arrivati giù, dopo avere capito come potevamo investire al meglio questa raccolta, abbiamo chiamato il Don per farci autorizzare ad eseguire varie spese per soddisfare il fabbisogno di alcuni terremotati che vivevano nelle frazioni staccate da amatrice e che appunto ci chiedevano calze pesanti, scarpe, indumenti per l'inverno. Mi ha stupito la dignità della persone terremotate, addirittura una signora ci ha voluto offrire dei biscotti e caffè. Ricordo il bidello del liceo, scuola che dopo il terremoto era stato trasferito all'interno del palazzetto dello sport, che mi raccontava di aver perso nel sisma il fratello, la cognata e due nipoti, ed era di un'umanità incredibile. Molti ci hanno raccontato le loro fatiche, gli anni di lavoro per costruire una casa poi distrutta. Il nostro impegno era anche di ascoltarli, di aiutarli a sfogare. Certo il loro “grazie”, la loro stretta di mano, il vederli con le lacrime agli occhi per noi era il migliore dei ringraziamenti.Tra i miei ricordi più cari il biglietto di una ragazzina, che mi ha dato il secondo giorno che ero arrivato con scritto: “La presenza di persone come te rendono il nostro mondo migliore, grazie di cuore”. Lo voglio incorniciare”.