DOMODOSSOLA- il presidente, dell’Unione dei Comuni Valli dell'Ossola
Marzio Bartolucci attacca il sindaco domese Lucio Pizzi, ricordando come in campagna elettorale avesse sostenuto di voler esercitare un ruolo centrale nell'Unione, promessa poi non mantenuta. Anzi, secondo Bartolucci Pizzi, usando i soldi derivanti dalle tasse dei frontalieri per pagare i debito del proprio comune anziché destinarli come consuetudine all'Unione, ha creato un precedente “egoistico” che rischia di frammentare e dividere ancor di più i primi cittadini ossolani: “Se ripenso alle parole con le quali il candidato Sindaco Pizzi si è presentato alla cittadinanza domese per le elezioni di giugno mi viene da ridere (per non piangere) così esordisce- Marzio Bartolucci Presidente, dell’Unione dei Comuni Valli dell'Ossola in un comunicato- come alcuni probabilmente sapranno, pur essendo Sindaco di Villadossola, sono, da qualche anno, residente a Domodossola; sono quindi stato parte del corpo elettorale alle comunali di giugno di Domodossola. Ho votato Cattrini e consigliato amici e partenti di fare altrettanto, anche se durante il suo mandato son rimasto deluso dalla sua interpretazione del ruolo di Domodossola nell’Unione dei Comuni e nell’ente Provincia (o Area Vasta che dir si voglia). Nonostante questo, tutti noi che nell’Unione dei Comuni e nelle sue potenzialità ci credevamo e ci crediamo, ci sentimmo un po’ rincuorati quando sentimmo il più probabile dei vincitori alle elezioni comunali affermare che “Domodossola avrebbe nuovamente ricoperto il ruolo da leader che le spetta nelle politiche sovracomunali”, affermando che se lui avesse vinto, “Domodossola avrebbe occupato un ruolo centrale nell’Unione dei Comuni di cui è parte”. Il candidato Sindaco Lucio Pizzi sosteneva che il Sindaco uscente aveva giocato un ruolo “troppo defilato” e che Domodossola, se lui avesse vinto, sarebbe tornata al centro delle politiche intercomunali. Oggi, a distanza di soli 5 mesi dalla sua elezione, il Sindaco Pizzi ha già reso chiaro e cristallino che la speranza dell’arrivo di quell’era tanto attesa nella quale Domodossola tornasse ad essere capofila nelle politiche di indirizzo sovracomunale e ad avere un ruolo di primo piano del perseguimento di obiettivi di ampio respiro e di progetti ambiziosi per la ripartenza del territorio, era una speranza vana. Non ci ha nemmeno provato, il Sindaco Pizzi, ad intavolare con i sindaci del territorio, al di là del loro credo politico, quella collaborazione amministrativa spesso citata come simbolo di buone pratiche. In 5 mesi non ha nemmeno voluto accettare un incontro da me più volte cercato, formale o informale, con il sottoscritto in qualità di Presidente dell’Unione, pur nella consapevolezza che il mio mandato da presidente era già stato messo a disposizione del Sindaco di Domodossola, chiunque fosse, dal gennaio del corrente anno, addirittura ben prima che si conoscessero i nomi degli sfidanti alle elezioni. Trovando al suo arrivo a Palazzo Comunale un territorio, quello ossolano, smembrato e dilaniato dalle divisioni create (ad arte) con lo scioglimento della Comunità Montana formata da 37 comuni e la nascita di ben quattro Unioni Montane, invece di tentate un riavvicinamento amministrativo delle varie “anime” politico/amministrative da una posizione di riconosciuta leadership naturale, ha subito messo in chiaro la sua ferma intenzione di relazionarsi, all’esterno dei confini del Comune da lui amministrato, soltanto con coloro i quali manifestano o hanno manifestato aderenza piena alle sue vedute politiche su due/tre temi: immigrati (via tutti, costi quel che costi), ospedale (esiste ed esisterà sempre e solo Domodossola) Ciss (esiste solo come strumento per perseguire gli altri due obiettivi, e fuori chi non è d’accordo. Dimissioni del Cda.). E poi c’è quel fastidio dell’Unione dei Comuni, quella roba informe nella quale impuniti intrallazzatori di destra e sinistra si radunano orgiasticamente per compiere cose losche alle spalle della povera Domodossola. Ecco, su questo argomento il sindaco Pizzi e la sua amministrazione hanno preso una posizione: senza nemmeno quel minimo di finta contrizione che avrebbe potuto manifestare anche solo privatamente nei miei confronti, come Presidente, per la decisione che stava per assumere, hanno deciso unilateralmente di distogliere circa 250 mila euro, ovvero il 30% dei fondi derivanti dai ristorni frontalieri (un’entrata salvifica per tutti i comuni ossolani, ma che tutti i Sindaci hanno sempre lasciato in gestione alla Comunità Montana prima e alle Unioni dei Comuni ora), fondi che la precedente amministrazione aveva correttamente e coerentemente impegnato nel bilancio in favore dell’Unione dei Comuni (una decisione presa non certo per la pur nota bontà d’animo di Cattrini, ma semplicemente perché tutti i Comuni dell’Unione fanno così) e che ora, pare, verrano utilizzati per uno scopo che non sembra a prima vista coerente conta normativa sull’utilizzo dei ritorni frontalieri. Questa decisione, al di là dei risvolti economici (quasi ininfluenti nella vita amministrativa dell’Unione, dato che prudentemente la Giunta aveva adeguatamente allocato quell’entrata in un capitolo a se stante e mai impegnato in uscita), ha conseguenze molto, molto pesanti dal punto di vista politico. L’amministrazione di Domodossola ha praticamente mandato a stendere tutti Sindaci colleghi di Unione, proclamando la propria indipendenza dal territorio, dai suoi organi amministrativi sovracomunali e dagli altri Sindaci e Comuni suoi pari - pari se non nella dimensione demografica quantomeno nella rappresentatività repubblicana ed istituzionale. Ne prendiamo atto. Grazie Sindaco Pizzi. Non so cosa ci riserverà il futuro perché non ho capacità divinatorie, ma di certo, da amministratore locale, devo rivedere al ribasso tutte le mi speranze ed aspettative per il futuro di questo territorio, perché se il buongiorno si vede dal mattino, ci aspettano cinque anni di inutili e ancor più dannose divisioni degli amministratori su tutti i temi possibili ed immaginabili. Ovvero l’esatto contrario di ciò di cui avremmo avuto bisogno, di ciò che ci aspettavamo e di ciò che ci meritiamo”.