VERBANIA – 28.11.2016 – Nessuno ha avuto
conseguenze penali, ma tutti e due sono finiti in tribunale – uno come imputato, l’altro come testimone – e prima di maneggiare i telefoni altrui in futuro staranno sicuramente molto attenti. È particolare la storia di Michele De Leto, un giovane residente a Meina assolto oggi dal tribunale di Verbania per ricettazione. Era chiamato in causa per aver avuto tra le mani, nell’agosto del 2014, un i-phone 5 che risultava rubato a un ragazzo minorenne di Dormelletto. Quest’ultimo l’aveva perso di vista in una sera d’agosto quando, rientrando dal lago, aveva avuto un incidente con il motorino. Dopo essere ruzzolato a terra da solo s’era rialzato e s’era diretto al bar più vicino per farsi medicare, lasciando su un muretto le chiavi del motorino e l’i-phone 5 da poco acquistato. Di ritorno, accortosi della mancanza del telefonino, aveva chiesto a un amico di far squillare l’apparecchio che, però, risultava spento.
Nelle indagini i carabinieri scoprirono dal codice Imei dell’i-phone che per un brevissimo lasso di tempo era stata inserita la sim card di un giovane di Meina. Si presentarono da lui e questi disse che una sera, dopo cena, s’era presentato da lui De Leto, un conoscente, chiedendogli se poteva riparare il cellulare – in paese il ragazzo è conosciuto per le sue capacità tecniche e l'aveva fatto numerose altre volte – che al display mostrava la scritta “nessun servizio”. Pensando fosse un problema di antenna, questi provò a inserire la sua sim card ma, riscontrando che l’errore permaneva, la sfilò e lo restituì.
De Leto, accusato di ricettazione, ha spiegato in aula al giudice Marta Perazzo che al bar in cui lavorava, quella sera, un cliente che conosceva di vista ma di cui ignora l’identità, gli manifestò questo problema e lui pensò di interpellare l’amico, motivo per cui prese quell’i-phone da cui il cliente aveva estratto la sua scheda, lo portò dall’amico cui chiese di sistemarlo. Di ritorno senza una risposta positiva, restituì l’apparecchio a quell’uomo, che poi non vide più. Il meinese è stato assolto su richiesta dello stesso pm Chiara Radica mentre l’amico al giudice ha detto espressamente che ora non ripara più i telefonini degli amici.