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VERBANIA – 29.11.2016 – Un po’ alticci

camminavano sulla statale 33 del Sempione, tra Baveno e Stresa, facendo autostop, cercando di fermare i veicoli che sopraggiungevano e colpendo con pugni e calci quelli che non si arrestavano. Per questo motivo, la sera del 13 maggio 2014 un’automobilista di passaggio chiamò il marito, carabinieri in servizio alla stazione di Stresa e quella notte impegnato di pattuglia. Il militare arrivò con il suo superiore e, percorrendo la litoranea, i due si imbatterono nei due individui segnalati che, all’altezza dell’hotel Villa Aminta, stavano discutendo con un’automobilista. Li fermarono, chiesero i documenti e si resero conto che erano stranieri e non parlavano l’italiano. In caserma furono identificati come Iurii Rutenko e Nikolai Racov, cittadini di nazionalità russa, per assistere i quali fu chiamato un interprete inglese. Alla perquisizione effettuata su di loro saltò fuori un telefonino Samsung italiano. Uno dei militari chiamò un numero in rubrica e scoprì – contattando la figlia – che l’apparecchio apparteneva al titolare di un bar di Baveno, il quale l’aveva sul bancone e non s’era nemmeno accorto che fosse sparito. L’uomo giunse in stazione e sporse denuncia, poco prima che uno dei due fosse portato in ospedale con l’ambulanza perché lamentava d’avere la tachicardia.

I due russi sono stati processati per furto e il tribunale di Verbania, giudice Marta Perazzo, li ha condannati oggi a 8 mesi e 200 euro di multa ciascuno (pena sospesa e non menzione).