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VILLADOSSOLA- 02-12-2016- Soddisfazione per l'elezione ai vertici del Ciss Ossola

di due villadossolesi, Carlo Pavesi e Raffaella Zoldan, ma anche la sottolineatura di come per la prima volta i sindaci si sarebbero divisi nella votazione del Cda, con 25 sindaci contrari, su 36 alla linea del sindaco domese Lucio Pizzi. Così Marzio Bartolucci, sindaco di Villadossola, commenta l'elezione dei vertici del Ciss Ossola di giovedì sera, non mancando di ribattere a Pizzi, che lo aveva definito “Schettino”, parlando dei suoi sogni naufragati....”Durante l’assemblea dei sindaci del Ciss di ieri sera- scrive Marzio Bartolucci, sindaco di Villadossola- è stato votato il nuovo Consiglio di Amministrazione. Esprimo da parte dell’amministrazione di Villadossola e mia personale un sentito ringraziamento a tutte le presone cha hanno dato disponibilità a far parte del Cda del consorzio, con particolare riguardo al presidente Carlo Pavesi e alla vicepresidente Raffaella Zoldan, sui quali, naturalmente, ricadrà il maggior carico di lavoro e responsabilità. Il fatto, poi, che siano anche due cittadini di Villadossola non può che riempirmi ancor più di orgoglio nei confronti di una comunità, quella di Villadossola appunto, da sempre capace di esprimere persone di alto profilo e di riconosciuta capacità. Non è stata una sorpresa per me, ieri sera, trovare una larga condivisione su entrambi; anche da parte di chi si è astenuto o ha votato contro, sono state espresse parole di elogio riferite alla qualità delle persone. Sono certo che con la loro esperienza, capacità ed equilibrio sapranno contribuire a ricomporre una situazione che si presenta molto, molto complicata.

Riguardo l’andamento dell’assemblea ho naturalmente la mia lettura personale di quello che è successo: è stata forse la prima volta dalla costituzione del consorzio che i sindaci ossolani non hanno trovato, prima dell’assemblea, un accordo unitario per la votazione del Cda; prima di ieri, infatti, si è sempre votato tenendo conto degli equilibri territoriali e della sensibilità politica di tutti gli amministratori.

In contrapposizione ad un sindaco di Domodossola che si sta comportando come mai nessuno prima di lui aveva osato fare nei confronti dei suoi colleghi sindaci ossolani, tentando di imporre la propria linea politica senza mediazione alcuna, le cose ieri sono andate diversamente dal solito. Almeno 25 dei 36 sindaci ossolani hanno infatti alzato la testa mandando un segnale al sindaco di Domodossola: tu sei il rappresentante parte importante di questo territorio, ma noi non siamo da meno e soprattutto non siamo i tuoi vassalli. Appare del tutto evidente, infatti, che se abbiamo tutti quanti idee molto convergenti rispetto all’importanza fondamentale dei servizi erogati dal Ciss nei confronti di anziani, minori e disabili, con alcuni legittimi distinguo rispetto alle modalità con cui questi servizi vengono erogati, il vero scoglio su cui si è infranta la politica di Pizzi (oddio, forse questo eufemismo non è proprio azzeccato da parte mia, che sono lo Schettino alla guida della Villadossola-Concordia che sta affondando sotto i colpi di due miei mandati....) riguarda l’approccio ai problemi legati alla gestione dei migranti. Con un atteggiamento un po’ smargiasso e scomposto il sindaco Pizzi ha infatti tentato di applicare un principio per il quale Domodossola dovesse essere “sgravata dal peso della gestione di buona parte dei clandestini presenti in Città” e anziché cercare tavoli di confronto con i suo colleghi per individuare soluzioni condivise, ha prima enunciato i Suoi Princìpi e poi ha cominciato ad insultare tutti quelli che non erano d’accordo con epiteti tipo “banda di ipocriti” o “soldatini al comando di Borghi” - per non citare gli insulti personali come quelli indirizzati al sottoscritto - e via di questo passo. La sua richiesta di qualche mese fa indirizzata al Cda con la quale pretendeva che si desse disdetta ai contratti di affitto degli alloggi in Domodossola che ospitano i migranti gestiti dal Ciss, non poteva e non potrà mai trovare la condivisione dell’assemblea, né credo del nuovo Cda, fino a quando non si sarà concretizzato quello che, alla fine, anche lui ieri sera ha auspicato: un accordo di territorio in ambito consortile per far fronte all’emergenza migranti attuale e futura, che veda coinvolti tutti i comuni ossolani in maniera proporzionale. Trattandosi di un principio da me sostenuto da mesi, non posso che plaudire a questo modo di affrontare la gestione dei migranti e, per quanto mi riguarda, va al più presto aperto un tavolo di confronto che abbia come minimo queste prerogative:

1) stabilire che per “accordo consortile” si intende che tutti i comuni ossolani dovranno essere proporzionalmente coinvolti nella gestione dei migranti, e non, come ha sostenuto Pizzi fino ad oggi, un coinvolgimento limitato ai soli comuni amministrati da sindaci di centro-sinistra (un principio da lui sostenuto in quanto, sempre secondo lui, questi comuni sarebbero favorevoli alle politiche governative sull’immigrazione mentre gli altri, essendo contrari, devono essere esonerati)

2) la formalizzazione da parte dell’assemblea del coinvolgimento del Ciss nella gestione di migranti in Ossola, riferimento ed interfaccia tra i comuni e la Prefettura 3) l’individuazione da parte del Ciss di luoghi idonei e adeguatamente diffusi sul territorio ossolano atti ad ospitare i migranti che in futuro, certamente, arriveranno così come quelli in eccesso (rispetto a parametri che decideremo insieme) oggi ospitati in quei comuni coinvolti dal Ciss e dalle cooperative, nella consapevolezza diffusa che concentrare troppi migranti in un unico luogo da adito a ghettizzazioni e problemi di rigetto da parte delle popolazioni residenti

4) dare mandato al Ciss perché si sostituisca gradualmente nella gestione dei migranti oggi gestiti da cooperative sul territorio ossolano. Raggiunti questi obiettivi, e solo allora, si potrà dare corso al graduale alleggerimento delle comunità locali dalla presenza eccessiva di migranti, non solo di Domodossola, ma anche di Re, Vogogna, Villadossola e Craveggia, laddove gli amministratori locali ritenessero ve ne sia la necessità”.