VERBANIA – 02.12.2016 – I posti letto
saranno 353 e costerà 167 milioni di euro. Sono questi, preliminari e validi come una prima stima, i numeri dell’ospedale unico provinciale che la Regione vuole realizzare a Ornavasso al posto del “Castelli” di Verbania e del “San Biagio” di Domodossola. A illustrarli questa sera al territorio sono stati i vertici regionali: il vicepresidente Aldo Reschigna, l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, il dirigente Leonello Sambugaro e il direttore generale dell’Asl Vco Giovanni Caruso.
“Un progetto disegnato non c’è – ha detto Saitta – perché abbiamo lavorato con un altro metodo: pianificare sulla base di ciò che serve al territorio”.
Le cifre, che lunedì saranno pubblicate sul sito dell’Asl Vco insieme all’intero studio preliminare, sono state snocciolate dall’architetto Sambugaro. Sull’area collinare a sud dell’abitato di Ornavasso, su una superficie di 47.000 mq, 15.000 saranno pel l’edificio ospedaliero alto 3-4 piani. Accanto sorgerà un parcheggio multipiano da 800-850 posti per 10.000 metri quadrati. Più di metà dell’area sarà libera da manufatti. Sui costi il conto totale è di 167 milioni: 131 per l’ospedale, 14 per il parcheggio, 18 milioni per gli arredi e gli apparecchi medici minuti (contando di recuperarne il 50% dai due ospedali esistenti), 10 al massimo per le grandi apparecchiature mediche.
Esiste già, sempre in linea di massima, un piano economico finanziario che si basa sulla partnership tra pubblico e privato, con il primo che, per legge, non può sostenere più del 30% del costo delle opere. Considerando un arco di tempo di ammortamento pari a 22 anni si dovrebbero restituire tra i 9 e i 12 milioni l’anno, sui 25 anni la forchetta sarà tra 8,8 e 10,5. Il canone annuo che la Regione pagherebbe per i servizi sarebbe tra 1,5 e 2 milioni. L’idea, comunque, è sempre quella di far costruire e gestire per un certo numero di anni il nosocomio a un privato ripagando le rate di mutuo e servizi.
“Avremo un ospedale nuovo con un Dea di primo livello, non la somma di due ospedali”, ha commentato Saitta parlando di un “cambio di passo” e soffermandosi sulla sostenibilità dei conti.
“I risparmi sui costi di gestione coprono le rate”, ha ribadito Reschigna, l’uomo che a Torino tiene i cordoni della borsa e che ha esordito ricordando i pesanti debiti della sanità piemontese: “1,5 miliardi sulla sanità frutto di 15 anni di governi regionali che hanno speso più di quel che potevano”. “Per dimensioni questo ospedale è più piccolo dei due attuali, ma è funzionale. Biella, che è nuovo e bello architettonicamente, costa un milione di euro in più al mese di quello vecchio in costi di gestione”.
Sui tempi dell’operazione, le tappe indicate dal vicepresidente piemontese sono tre: entro dicembre la scelta della procedura di project financing (accettazione di un progetto da un privato e messa a gara o gara secca), entro gennaio approvazione definitiva del piano economico-finanziario da mandare a Roma per le autorizzazioni, entro la seconda metà del 2017 avvio delle procedure “non brevi” di selezione del partner privato.