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assemblea ospedale dic 2016
VERBANIA – 02.12.2016 – La resistenza

sull’ospedale unico di Ornavasso è fiacca. Sono passati meno di quindici anni ma la proposta di chiudere “Castelli” e “San Biagio” e di avere una nuova struttura – in questo caso a Ornavasso, e non più a Piedimulera – non scalda più, forse anche perché politicamente il centrodestra (che per la verità ha la paternità dell’idea) è evaporato e il monocolore Pd nei principali centri della provincia mantiene tutti allineati con l’Amministrazione regionale a guida democratica. Se poi si aggiunge che l’unica voce contro, il sindaco di Domo Lucio Pizzi (di area centrodestra) non s’è presentato all’incontro, e che quello di Omegna Maria Adelaide Mellano (del Pd, ma sulla sanità avversata dai suoi) ha taciuto forse anche per opportunità elettorali, il confronto di questa sera al Tecnoparco è stato pressoché nullo.

Ci ha provato l’ex senatore Valter Zanetta, che ha criticato la scelta del sito “un ospedale in collina va contro le vostre stesse linee guida” e i costi derivanti “14 milioni per un parcheggio multipiano? Bastava farlo in piano” e ha evocato i tempi in cui il centrosinistra era contro a prescindere e aveva proposto – e fatto passare – un referendum contro l’ospedale unico.

Nessuno ha avuto spunti politici e pur nella generale condivisione ci sono state alcune richieste specifiche. “Guardiamo al futuro e è un bene perché questo territorio ne ha disperato bisogno – ha commentato il sindaco di Verbania Silvia Marchionini –. Finalmente si parla di medicina territoriale e non solo di servizi ospedalieri. L’impegno del progetto è stato rispettato anche se è passato un po’ tanto tempo. Facciamo in fretta perché oggi il San Biagio e il Castelli non sono ospedali di qualità”. Sostegno è arrivato anche dai sindacati perché “il clima è cambiato”, ha osservato Luca Caretti segretario della Cisl Piemonte Orientale. “Si cerca di unire e non di dividere ma attenzione alla fase di passaggio dal vecchio al nuovo, che va costruita anche con le forze sindacali”.

Che il nuovo ospedale riguardi solo Domo e Verbania l’ha messo in chiaro il vicepresidente della Regione Aldo Reschigna: “sarà un ospedale pubblico e non toccherà o coinvolgerà il Centro ortopedico di quadrante, che rimarrà”.

Sulla sanità territoriale, che Reschigna ha garantito crescerà “dal 2017 finanzieremo i centri di Omegna e Cannobio e quelli nuovi di Verbania e Crevoladossola”,  ha insistito il dottor Flavio Ravasio, rappresentante dei medici di famiglia: “finalmente perché per anni la Regione ci ha impedito di lavorare in forma associata nella medicina di gruppo”.

Sulle questioni urbanistiche del nuovo sito la replica è arrivata dal sindaco Filippo Cigala Fulgosi: “parliamo di un dislivello di 70 metri e di una strada lunga 900. Abbiamo già incontrato Anas anche per parlare delle vie d’accesso”.

Infine un ultimo passaggio ha interessato i servizi sociali. All’indomani della frattura ossolana che ha portato all’elezione del nuovo presidente del Ciss, l’annuncio che per ora non si farà il Distretto unico per questioni anche tecniche non ha demotivato l’assessore regionale competente, Augusto Ferrari, secondo cui “il nuovo ospedale avrà riflessi anche sui servizi sociali. Dopo la revisione dei distretti e la creazione del distretto unico, si è ragionato su un unico consorzio, perché l’obiettivo è la progressiva integrazione dei servizi”.