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DOMODOSSOLA- 10-12-2016- Incontro con la presenza di attivisti

della val di Susa sabato prossimo, alle ore 18, presso la sala conferenze del Centro servizi per il territorio, in vicolo Facini, accanto a piazza Chiossi, a Domodossola. Nell’occasione verrà anche proiettato il documentario ‘Archiviato - L’obbligatorietà dell’azione penale in Valsusa’: “Tra i giornalisti che hanno seguito con la massima attenzione il percorso del movimento NO TAV in val di Susa- spiegano dal Movimento- c’è stato chi ha sottolineato, e denunciato, che questo movimento è il più colpito e vessato tra tutti quelli che si siano mai formati in Italia. E ciò non accade a causa della longevità che lo contraddistingue, dato che fino a poco più di dieci anni fa la sua resistenza si concretizzava in forme e modi che Stato, governi e magistratura riuscivano a sopportare e a metabolizzare. Né avviene perché i valsusini siano divenuti dal 2005 in poi propensi alla violenza. Il movimento NO TAV viene represso con modalità e frequenza inusitate rispetto a qualsiasi altra opposizione alle scelte dello Stato perché quest’ultimo non possiede alcun motivo a sostegno della scelta di devastare il territorio valsusino con una grande opera tanto inutile da costringere lo Stato stesso ad imporla con la forza. Contro questo sopruso la val di Susa è insorta sin dal 2005, difendendo la propria terra con una lotta popolare che dura da allora, che non si arresta, che non può essere fermata, nemmeno con misure pretestuose e oppressive ma inutili, dato che hanno colpito senza distinzione anziani e giovani, donne e uomini, ‘violenti’ e ‘non violenti’ -insensata categorizzazione che i valsusini stessi hanno messo in discussione ed in crisi, rifiutandola-, svelando così il vero obbiettivo dell’attività di repressione dello Stato contro d essa: quello di zittire chi per opporsi al TAV ha usato la forza della ragione e i metodi della resistenza. Così i valsusini hanno cominciato a dire, insieme ai movimenti di altre terre, ‘Io sto con chi resiste’.