VERBANIA-15-12-2016- Una grossolana contraffazione,
impossibile da non scoprire e da non punire. Quando la Polfer di Domodossola fermò sul treno Milano-Parigi un giovane straniero, questi esibì una carta d’identità che lo qualificava come cittadino greco e, quindi, appartenente all’Unione europea.
Agli agenti che la guardarono non sfuggì però che era stampata su carta comune con una stampante a getto d’inchiostro, di quelle domestiche. Per questa ragione lo portarono in commissariato e, prima di denunciarlo, lo identificarono come Marin Melani, cittadino albanese nato nel 1992.
Processato per la falsificazione e il possesso di un documento contraffatto, è stato assolto dal primo capo d’imputazione non essendovi la prova che abbia fabbricato egli stesso la falsa carta d’identità, ma è stato condannato per il secondo dal giudice Luigi Montefusco a 8 mesi, pena chiesta dal pubblico ministero Anna Maria Rossi. Il suo difensore, avvocato Enrico Albert, aveva chiesto che il capo d’imputazione fosse riqualificato in tentata sostituzione di persona.