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DOMODOSSOLA- 25-12-2016- Natale con i tuoi” recita un detto tradizionale.

Ma tanti non possono rispettarlo; chi deve lasciare il suo Paese per trovare lavoro, o per fuggire da guerre e persecuzioni, ad esempio. Anche in Ossola sono tante le persone che passeranno questo Natale lontano dai loro affetti familiari. Com’è per loro l'’impatto con modi tanto diversi di celebrare la nascita di Gesù bambino? Che sapore assume la festa più sentita di tutto l’anno, trascorrendola in un Paese lontano, con tradizioni diverse, fra gente sconosciuta? Maria, badante ucraina a Domodossola, proviene da Černivci, un’antica e bella città a 25 chilometri dal confine con la Romania: ““Al mio Paese il Natale è sempre stato una festa gioiosa, soprattutto per i bambini- spiega- E’ il giorno della nascita di Gesù: noi ortodossi da 2000 anni festeggiamo San Nicola il 19 dicembre e il Natale il 7 gennaio. In Italia il Calendario Gregoriano ha portato la festa al 25 dicembre.” Maria è arrivata in Italia 15 anni fa e il ricordo del suo primo Natale in Ossola è per lei ancora oggi scioccante. “Al mio Paese il 7 gennaio dopo mezzogiorno i bambini, a gruppi, vanno per casa per casa a cantare e ricevere dolcetti, cioccolatini; tornano la sera pieni di regali. Anche nelle scuole, prima dell’inizio delle vacanze, si fanno delle belle feste. Quando c’era il regime comunista era proibito festeggiare Gesù, sia a Natale che, soprattutto, a Pasqua: i bambini cercavano di nascondersi andando in Chiesa perché i loro maestri, che ci andavano solo per scovarli, al loro ritorno a scuola li avrebbero puniti e svergognati davanti ai compagni di classe. Anche gli adulti festeggiano: i genitori seguono i loro bambini per le strade, anche fino a mezzanotte; si va a festeggiare dai parenti che abitano lontano. Nelle campagne è tradizione ammazzare il maiale nel periodo natalizio; si fanno grandi pranzi, le feste durano 3 giorni, dal 7 al 9 gennaio, per Natale e per Santo Stefano; la sera del 13 gennaio si festeggia, in maschera, l’Epifania che per noi coincide con il Capodanno. Qui in Italia - commenta Maria - non si sente così tanto il Natale; da noi è più profondo, lo senti nell’aria. Si fa il pane in casa, nel forno a legna, un pane speciale; la vigilia di Natale si preparano piatti con 13 pietanze diverse, ma senza carne. Da noi il periodo dell’Avvento è come la Quaresima; non si mangia carne, si mangia pesce solo in certe date stabilite dal calendario ortodosso.” Com’è stato il suo primo Natale italiano? “Un disastro - risponde seccamente - Qui si compra tutto al supermercato, non lo si prepara in casa; si mangia quasi come negli altri giorni. Io ho pianto quasi tutta la notte in quel Natale del 2001. Mi aspettavo chissà che cosa, invece abbiamo mangiato un piato di ravioli, io e l’anziano presso cui lavoravo, in compagnia di suo figlio e suo nipote; poi siamo andati a dormire come in una sera qualunque. Ricordo che la notte di capodanno mi ha dato il mio primo salario: 1 milione e mezzo i lire in biglietti da 100 mila. Sembravano una quantità enorme di soldi: poi si è passati all’Euro e sembravano molti di meno.” Maria ha quasi sempre lavorato in quella che per lei è la notte di Natale “Anche se mi danno il giorno libero il 25 dicembre - dice - per me Natale è il 7 gennaio e non posso pretendere di fare festa.” Maria ha una figlia e una sorella tra Verbania e la Valle Vigezzo: quando può va a trascorrere le feste con loro. Un suo nipote ha un nome ucraino, ortodosso e uno italiano, cattolico: “Quando festeggiamo il suo onomastico ortodosso, a Santo Stefano, facciamo da mangiare secondo la nostra tradizione. Da noi non esiste il “primo”, il “secondo”, eccetera: si riempie la tavola e ciascuno prende ciò che vuole, alla maniera di un “buffet”. E’ tradizione che chiunque arrivi in casa in quel momento, anche se è un estraneo, venga invitato a tavola a mangiare e bere. Da noi le feste sono addirittura esagerate; qui non è così. In compenso le luminarie da noi si espongono solo la mattina del 31 dicembre, il 13 gennaio alla sera si festeggia il Capodanno e il 14 le luci vengono tolte. Qui in Italia si vedono luminarie un mese prima,  le réclames alla TV iniziano un mese prima; arrivi a Natale che sei già stufo”.

 

Mauro Zuccari