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protesta parco giochi

PREMOSELLO C. – 05-01-2016 – “Vogliamo il parco giochi… vogliamo

il parco giochi”. È il coro ritmato dei bambini la chiusura del pacifico corteo di protesta con cui, oggi pomeriggio, Premosello ha detto no alla chiusura del parco giochi di via Milano. Pronunciandosi a favore della causa civile intentata contro il Comune dalla famiglia Scruzzi, che abita accanto all’area compresa tra l’ex statale 33 del Sempione e il vecchio ospedale di Premosello – oggi casa di riposo – e che lamenta il troppo rumore, soprattutto nelle ore notturne in cui il parco è frequentato da ragazzi più grandi. Il giudice Mauro D’Urso del tribunale di Verbania, dopo aver invitato le parti a trovare un accordo, ha sentenziato che l’area vada chiusa, i giochi smantellati e marito e moglie risarciti con 5.000 euro a testa.

Mentre su fronte giudiziario la giunta Monti attende la notifica della sentenza per contare i giorni entro cui applicarla e presentare ricorso, la protesta popolare non accenna a diminuire. Oggi pomeriggio, nonostante l’orario lavorativo e il freddo polare che ha avvolto l’Ossola, al raduno di fronte alla chiesa parrocchiale erano presenti una cinquantina di bambini e un centinaio di adulti. Tanti i cartelli e gli slogan di protesta; “Rivogliamo il parco giochi” con l’emoticon del faccino triste, “E noi, dove andiamo a giocare?”, “Giocare è una cosa seria, la più seria che esista al mondo”, “Giù le mani dal nostro parco”, “non impediteci di giocare”, “Quando i bambini fanno oh… che meraviglia” richiamando il testo di una canzone di Povia famosa qualche anno fa, “Sos accoglienza negata ai nostri bambini”…  

Dopo aver esposto la propria protesta la comitiva è risalita sulla strada che costeggia il rio che taglia in due il centro storico, ridiscendendovi dopo il ponte e dirigendosi verso il parco giochi, dove alla fine è stata intonata la protesta: “vogliamo il parco giochi… vogliamo il parco giochi”.

In paese, considerata anche la folta presenza – ma non di rappresentanti istituzionali, per scelta di sindaco e maggioranza e per evitare strumentalizzazioni – è forte il sentimento di attaccamento per quell’area, così come la rivendicazione del diritto al gioco. “Sono una nonna che vive qui da cinque anni e viene da una grande città – racconta una signora –. In città si fatica a trovare i parchi dove mandare i bambini in sicurezza. Qui si chiudono. Ma i bambini sono vita, sono il futuro…”.

Il “caso” di Premosello ha avuto vasta eco mediatica, raggiungendo anche le testate giornalistiche nazionali. E sui social network il dibattito, oltre che politico con la minoranza che accusa la giunta Monti di non aver voluto un compromesso e questa che replica sostenendo le proprie ragioni, s’è fatto anche pesante, con toni e termini anche “forti”.