1

sottoscrizione contr
MONTEBELLUNA – 05.02.2017 – I consumatori accusano

Veneto Banca e s’affidano a un direttore “pentito”. Mentre prosegue la campagna dell’istituto di credito per conciliare con i soci beffati dalla svalutazione delle azioni, le associazioni dei consumatori affilano le armi delle contro-repliche. Tra queste c’è anche la dichiarazione di un responsabile di filiale del Veneto che, allegata a una querela, apre nuovi scenari. Secondo il funzionario, le cui rivelazioni compaiono sui principali organi di informazione del Veneto, la banca aveva dato chiare indicazioni di vendere le proprie azioni per far crescere il capitale e contenere i danni al patrimonio creati dai crediti deteriorati pesantemente svalutati a iniziare dal 2015. Queste affermazioni permettono ai consumatori che hanno denunciato l’istituto per truffa e falso in bilancio – il fascicolo, inizialmente trasferito a Roma per l’ipotesi di ostacolo alla vigilanza, sta tornando alla Procura di Treviso – di parlare di un piano ai danni dei soci-correntisti ai quali consapevolmente venivano vendute azioni il cui valore reale era di molto inferiore a quello stabilito.

La vendita di considerevoli quantità di azioni ai soci è una pratica che ha interessato anche il Vco dove, infatti, sono migliaia le persone che hanno perso centinaia di milioni di euro con il passaggio del valore della singola azione da 35-39 euro l’una a dieci centesimi. Alcuni di loro già nei mesi scorsi si sono rivolti alle forze dell’ordine presentando esposti e querele e, anche se nel riserbo, le indagini sono partite e proseguono tuttora.