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STRESA – 24.02.2017 – I profughi appena arrivati

a Stresa devono andarsene perché il loro alloggio è inagibile. È durato meno di 24 ore il soggiorno di 6 richiedenti asilo nella Perla del Lago Maggiore, che tra ieri e oggi è diventato anche un piccolo “caso”. Il prologo è la circolare che il prefetto Iginio Olita ha diffuso nei giorni scorsi a tutti i sindaci della provincia, fissando il numero di ospiti che ciascun comune, in proporzione demografica, deve avere: cioè 13 per Stresa e 6 per Re. E proprio dal centro vigezzino ieri sei giovani della Guinea sono scesi in riva al Verbano per sistemarsi in un appartamento di via al Castello, in centro, preso in affitto dalla cooperativa che li ha in custodia. La decisione, non concordata, né comunicata in anticipo all’Amministrazione di Stresa, ha colto di sorpresa il sindaco Giuseppe Bottini, che in mattinata è stato contattato dalla prefettura e che nella prima serata è salito a Villa Taranto, insieme al segretario comunale, per discuterne di persona. Stamane, mentre il primo cittadino lasciava Stresa per un impegno istituzionale, il comandante della polizia municipale, Monica Bossi, ha effettuato un sopralluogo all’appartamento, situato al secondo piano di una palazzina. L’esito è stato negativo perché, oltre a problemi urbanistici – soprattutto di spazi: sei persone in poco più di 50 metri quadrati – è stato riscontrato che mancavano l’acqua calda e il riscaldamento, sostituito per la notte da una stufetta elettrica. Ai vigili il proprietario, che s’è detto ignaro dell’arrivo dei richiedenti asilo avendo affidato a un’agenzia affitto e diritto di sub-affitto, ha spiegato che doveva svolgere alcuni lavori di manutenzione. In mancanza dei requisiti igienico-sanitari il Comune ha anche ipotizzato di emettere ordinanza di inagibilità, ma in serata è arrivata la notizia che i sei, che hanno trascorso la giornata a Stresa, sono stati trasferiti in una struttura religiosa di Verbania in attesa di chiarire se e quando possano tornare a Stresa.