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VERBANIA – 13.03.2017 – Aveva creato un profilo

hot su un sito di incontri a pagamento a nome e a insaputa dell’ex fidanzata minorenne. Sei mesi (con pena sospesa e non menzione) e 5.000 euro di risarcimento alla parte civile è la pena stabilita dal tribunale di Verbania per Kevin Marta, giovane ossolano accusato di sostituzione di persona. Nel 2015 il ragazzo aveva avuto una relazione sentimentale con una sedicenne residente nella bassa Ossola. Il rapporto tra i due era terminato ma lei s’era trovata “vittima” di alcuni fatti spiacevoli: scritte sui cartelli stradali nella città in cui andava a scuola, sms ingiuriosi da numeri sconosciuti. E, a un tratto, messaggi di adulti provenienti da tutta Italia che si proponevano per incontri sessuali. Sospettando che dietro questi gesti ci fosse l’ex fidanzato, che lavora in un discount di prodotti informatici, gli chiese se ne sapesse qualcosa ricevendo, in risposta tramite whatsapp, uno screenshot di una pagina del sito Fuckbook, versione più spinta del più famoso social Facebook. Su quella pagina comparivano informazioni e fotografie riconducibili alla minorenne, che sporse denuncia. Al termine delle indagini Marta è stato rinviato a giudizio. Nel processo, celebrato a Verbania, hanno testimoniato amici e conoscenti, ma anche il tecnico informatico dei carabinieri che svolse gli accertamenti e che, in mancanza dei dati di creazione del profilo, negati dalla società americana proprietaria di Fuckbook, ha ricondotto all’imputato – non potendo avere la certezza che sia stato lui a creare il finto profilo – l’utilizzo della pagina come amministratore. Su questo aspetto, sul fatto che lo screenshot inviato alla giovane recasse l’immagine del comando edit, esclusiva di chi vi è entrato con username e password, il pm Anna Maria Rossi ha chiesto 8 mesi di pena, negando le attenuanti generiche. La difesa, sostenuta dall’avvocato Arianna Leonardi, ha insistito sul fatto che il processo di tenesse sugli elementi oggettivi del profilo di Fuckbook, e non sulle considerazioni di eventuali altre condotte del suo assistito. E ha sottolineato come la sostituzione di persona si sarebbe verificata solo nel momento in cui Marta avesse lui creato il falso profilo, circostanza non provata, anche per il fatto che le foto pubblicate non sono state trovate negli strumenti informatici a lui sequestrati. Marco Gagliardini, avvocato di parte civile, ha rimarcato il disagio e i danni provocati da questa vicenda alla vittima, chiedendo un risarcimento, che il giudice ha quantificato in 5.000 euro condannando il giovane a 6 mesi.