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NOVARA-18.03.2017- Comunicato Stampa: “Novara e Verbania sono territori virtuosi, rispettivamente al 77° e 78° posto quanto a intensità del fenomeno delle agromafie nelle 106 province italiane. Dato che assume maggiore evidenza considerando che, invece, alcune città del nord entrano ai primi posti della classifica. Questi i dati emersi dal quinto Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare e presentato nei giorni scorsi a Roma: il volume d’affari annuo complessivo generato dall’agromafia quota una cifra da capogiro, ben 21,8 miliardi di euro, e ha fatto registrare nell’ultimo anno un balzo del 30%. “Un dato importante per il nostro territorio, che soprattutto dà forza ai giovani che vogliono scommettere nel settore primario” commenta Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco.” Ciò, sottolinea Baudo, vale “anche per le condizioni di lavoro e di produzione, che molto spesso, in alcune parti del mondo, sono molto lontane dagli standard occidentali. Ciò alimenta concorrenza sleale. Un problema noto anche per il nostro riso: l’invasione di prodotto asiatico orientale – peraltro a dazio zero - varia dal +489% per gli arrivi dal Vietnam al +46% dalla Thailandia. Di fatto, si tratta di un ulteriore regalo alle multinazionali del commercio che sfruttano gli agricoltori locali, i quali subiscono peraltro lo sfruttamento del lavoro anche minorile e danni sulla salute e sull’ambiente provocati dall’impiego intensivo di prodotti chimici vietati in Europa. Tutto ciò a spese della risicoltura italiana, che è rispetto di qualità e legalità”. “Come evidenziano i dati, la filiera del cibo, dalla sua produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse delle organizzazioni malavitose” spiega Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte. “Ben vengano quindi i controlli effettuati dalle forze dell’ordine che, nell’anno appena passato, sono stati oltre 200 mila in Italia per combattere le agromafie dal campo allo scaffale. Grazie proprio a questi controlli serrati e all’avanguardia, siamo in grado di far venire alla luce casi che in altri Paesi, dentro e fuori l’Ue, non verrebbero smascherati”.Il Delegato Confederale Bruno Rivarossa aggiunge: “I vari organi preposti per presidiare il territorio svolgono un ruolo anche a difesa della salute dei cittadini, dell’ambiente e del territorio stesso, oltre che del tessuto economico. L’esigenza è quella di fermare i traffici illeciti, stringendo le maglie larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti e di rendere pubblici gli elenchi delle aziende che importano materie prime dall’estero per garantire la meglio l’attività di controllo. E’ necessario, quindi, valutare un decreto d’urgenza riguardo al testo della Commissione Caselli di riforma dei reati agroalimentari per bloccare la rete criminale che, da Nord a Sud, si è infiltrata nelle filiere”. (l.p.)