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tagliando invalidi

VERBANIA – 19.03.2017 – Esporre un tagliando

per la sosta disabili scannerizzato non è una truffa, né un reato penale. Così ha deciso la Corte di Cassazione a quattro anni e mezzo dal processo che, a Verbania, vide condannata per truffa Lili Hu, cittadina cinese oggi 32enne. La polizia municipale del capoluogo la denunciò perché, esponendo un’autorizzazione alla sosta disabili non sua e scannerizzata, trasse in inganno gli agenti consentendole di sostare gratuitamente. Questo comportamento è stato ritenuto dalla Procura di Verbania fraudolento, tanto che la donna fu rinviata a giudizio e condannata nel 2012 per truffa. La Corte d’Appello di Torino, tuttavia, il 28 aprile dell’anno scorso ribaltò la decisione assolvendola. Contro questo pronunciamento ha ricorso la Procura generale di Torino, che però s’è vista rigettare le proprie tesi dagli Ermellini. La seconda sezione penale presieduta da Matilde Cammino ha infatti ritenuto che non sussistendo alcun rapporto diretto tra Hu e il comune di Verbania, né un profitto diretto a vantaggio dell’imputata e a danno dell’ente se non il mancato incasso di sosta o sanzioni, il fatto sia riconducibile a una violazione amministrativa. Del resto il codice della strada – rilevano i giudici – prevede già sanzioni per chi occupa abusivamente i posti auto riservati ai disabili. L’unico eventuale illecito penale che si potrebbe riscontrare riguarda la falsificazione del permesso, che andrebbe ovviamente ricondotta alla giovane cinese e dimostrata in tribunale.