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tribunale svizzero federale

LUGANO – 28.03.2017 – Per la legge italiana

hanno torto, per quella Svizzera invece no. Due dipendenti italiane in servizio al consolato di Lugano hanno vinto il braccio di ferro con il ministero degli Esteri, al quale chiedevano l’adeguamento in automatico dello stipendio calcolato sulla base della svalutazione dell’euro rispetto al franco svizzero e sulle migliori condizioni dei colleghi ticinesi che svolgono le stesse mansioni. Nel 2015 le due avevano avviato una causa di fronte al pretore di Lugano, chiedendo gli arretrati e l’adeguamento automatico del salario. In primo grado il giudice aveva dato ragione attribuendo arretrati per 54mila e 11mila euro circa e fissando in 9.714 e 3.740 euro gli adeguamenti. Il ministero degli Esteri italiano aveva ricorso al tribunale d’Appello Ticinese, perdendo per la seconda volta nel settembre 2006. Ora il terzo grado di giudizio ha visto la conferma della sentenza da parte del Tribunale Federale, l’equivalente della nostra Cassazione. I motivi che hanno visto soccombere il governo italiano stanno nelle differenti leggi: in Italia l’aumento può essere concesso dall’ente ma non chiesto dal dipendente, in Svizzera il dipendente ha maggiori diritti.