VERBANIA – 13.06.2015 – Il trasferimento, più che la sospensione.
È questa, nell’immediato, la sanzione cautelare che rischiano di più i cinque dipendenti della Regione in servizio a Villa San Remigio denunciati alla Procura della Repubblica per assenteismo. Ricevuta la documentazione da Verbania, Torino ha già aperto i procedimenti disciplinari i cui tempi, data la gravità dell’addebito e stante il diritto di difesa, non sono brevi. Va instaurato un contradditorio, valutate le prove, discussi i comportamenti. Stando alla norma il procedimento deve chiudersi entro 120 giorni ma, profilandosi un processo penale, i termini si sospenderebbero in attesa del giudizio definitivo. Chi fosse eventualmente condannato in via definitiva potrebbe rischiare il licenziamento – con o senza preavviso – perché “la falsa attestazione della presenza in servizio” è motivo per le sanzioni più gravi. Ma ci vorrà tempo.
Gli indagati sono Claudio Suman, che svolge le mansioni di autista e che è assistito dall’avvocato Gaetano Longo Dorni; Maria Grazia Bacchetta (avvocato Paolo Patacconi) e Dino Caretti (avvocato Marco Marchioni) dell’ufficio Lavoro – frontalieri; Delia Gagliardi (avvocato Roberto Bertolo) che è la custode del complesso di Villa San Remigio; Daniela Sana (avvocati Marisa Zariani e Marco Ferrero) impiegata al settore Urbanistica. La loro sede d’ufficio era – i fatti risalgono al primo semestre 2013 e nel frattempo la Regione ha traslocato – a Villa San Remigio, lontana dagli altri colleghi. Secondo l’accusa questo ha permesso loro di eludere i controlli e di lasciare il posto di lavoro per altri impegni personali, arrivando anche a saltare i due terzi dell’orario.
Sui cinque, dopo aver ricevuto una precisa segnalazione, la guardia di finanza ha indagato a lungo a lungo, piazzando una telecamera nascosta di fronte all’apparecchio in cui si striscia il badge all’ingresso e all’uscita e installando di nascosto rilevatori gps sui mezzi privati. Per il reato di truffa ai danni dello Stato è indagata una sesta persona che avrebbe “timbrato” per conto terzi.