VERBANIA – 06.04.2017 – Assolti con formula piena,
come nell’altro procedimento. S’è chiuso oggi con la sentenza favorevole ai quattro imputati il processo-bis del convitto di Crodo. Con l’accusa di concorso in falso ideologico erano a giudizio gli ingegneri Giandomenico Vallesi e Danilo Recupero, il geometra Massimo Savia – tutti dipendenti della Provincia del Vco, il primo ex dirigente, gli altri direttore lavori e responsabile di cantiere – e l’imprenditore Leonardo Turco. I primi tre erano i funzionari appaltanti dell’edificio destinato a ospitare gli alunni-convittori dell’istituto agrario “Fobelli” di Crodo; il quarto l’imprenditore che aveva vinto la gara e stava realizzando le opere. Fu lui, con un esposto alla Procura sui pagamenti in ritardo, a attirare le attenzioni della magistratura. Nelle mani del sostituto Nicola Mezzina aveva preso forma una prima accusa di turbativa d’asta e falso perché, secondo il pm, la gara era stata “alterata”, tesi non accolta dal giudice Rosa Maria Fornelli che li mandò assolti (la Procura ha impugnato e pende il processo in Corte d’Appello). Per fatti connessi, ma riferito a altri documenti e per la sola accusa di falso, s’è tenuto il processo-bis, affidato al giudice Luigi Montefusco. Questi, conclusa l’istruttoria il 9 marzo e ascoltate le richieste di condanna (2 anni per Recupero e Vallesi, un anno e 6 mesi per Savia, un anno e 4 mesi per Turco) ma anche quelle assolutorie degli avvocati difensori (Paolo Patacconi per Vallesi, Costantino Ricci per Recupero, Bruno Stefanetti per Savia, Stefano Bettinelli per Turco), ha aggiornato all’udienza di oggi per repliche e sentenza. Senza repliche del pm s’è ritirato in camera di consiglio per poi uscire pronunciando sentenza di assoluzione con motivazioni contestuali.
I fatti contestati risalgono al 2010 e, sia per l’appello del primo processo, sia per l’eventuale del secondo, i tempi lunghi del procedimento determineranno comunque la dichiarazione dell’avvenuta prescrizione.