VERBANIA – 25.03.2015 – Nel giorno in cui il Senato ha trasformato in legge la riforma delle banche popolari, a Montebelluna il cda di Veneto banca ha approvato il bilancio di esercizio 2014 e il nuovo piano industriale.
Non sono giorni facili per gli istituti di credito italiani, specialmente per le popolari. E particolarmente per l’istituto veneto, che ha acquistato nel 2007 la Banca popolare di Intra assorbendola nel 2010. Tra il pressing della vigilanza europea, l’obbligo di trasformarsi in spa entro 18 mesi (frutto del voto di ieri) e le inchieste giudiziarie che coinvolgono l’ex presidente Flavio Trinca e il direttore generale Vincenzo Consoli (indagato per ostacolo alla vigilanza bancaria), in molti – anche dal Vco, dove la banca ha numerosi sportelli e dipendenti – guardano con attenzione a ciò che succede in Veneto.
Il futuro delle popolari è nelle fusioni e aggregazioni di gruppi bancari, operazioni che di norma hanno anche ricadute sul piano occupazionale (a oggi l’istituto ha in forza 5.590 impiegati per 552 sportelli). È presto per dire come e quando Veneto Banca si “sposerà”, ma è abbastanza certo che qualche movimento ci sarà. Il quadro potrebbe cominciare a chiarirsi nei prossimi giorni, quando l’istituto fornirà i dettagli del piano industriale 2015-2017 approvato oggi. Un piano che va nella direzione, tra le altre, di “un attento presidio della struttura dei costi, dei rischi, e della struttura societaria”.
La notizia del giorno è l’approvazione del bilancio. Il 2014 di Montebelluna è in rosso e il passivo sfiora il miliardo di euro. Il consuntivo si chiude a -968 milioni, 218 in più di perdite dei 650 stimati nel mese di febbraio. Il dato è dovuto anche al lievitare degli accantonamenti, saliti a 779 milioni. Al termine degli stress test della Bce, Francoforte ne aveva chiesti 564.
Il patrimonio netto si attesta a 3,74 miliardi escludendo il risultato negativo dell’esercizio. I coefficienti di patrimonializzazione common equity tier 1 (10,27%) e Total capital (11,25%) sono in linea con le richieste della Bce.
In crescita la raccolta diretta (24,6 miliardi, +2,6%) e quella indiretta (1,58 miliardi, +7%), così come le spese amministrative (+6,5%) e quelle di personale (+5%). Su quest’ultime incidono i 12 milioni accantonati per il fondo esuberi dei dipendenti.
Le sofferenze nette valgono 1,49 miliardi e rappresentano il 5,9% dei crediti.
Il 2014 è stato per Veneto Banca un anno di grossi sforzi per adeguarsi alle richieste della vigilanza europea. È stata ceduta la partecipazione in Bim per 289 milioni, convertito un prestito obbligazionario da 350 milioni, incassato un aumento di capitale di 490 milioni.
I soci al 31 dicembre sono 87.989, il 16,2% in più del 2013. Soci che saranno chiamati a ratificare il bilancio nell’assemblea convocata per sabato 18 aprile (il 17 in prima convocazione).