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VERBANIA – 30.04.2017 – Tra i “no”

di una parte delle minoranze e i mal di pancia del Pd, la fusione con Cossogno fa storcere più di un naso a Verbania. Pochi giorni dopo la presentazione ufficiale del “patto” tra i due comuni e gli accordi raggiunti tra il sindaco del capoluogo Silvia Marchionini e quello del centro montano Doriano Camossi, le reazioni non sono del tutto positive sul fronte verbanese. La prima critica è sul metodo della definizione del “patto”, che non è mai stato discusso nelle commissioni consiliari (nemmeno in via informale) e che è stato portato avanti senza confronto con la cittadinanza – nemmeno in un incontro pubblico, gli unici si sono tenuti a Cossogno. Su questo punto la Lega Nord, che ha già scritto al presidente dell’assemblea municipale Pier Giorgio Varini e presentato un’interrogazione a risposta scritta, s’è già mossa: “Perché il Sindaco vada a fare tanta propaganda a Cossogno e non a Verbania che è la città che l’ha votata e che rappresenta è ancora un mistero – dichiarano il segretario cittadino Roberto De Magistris e il consigliere comunale Stefania Minore –, soprattutto perché di abitanti da convincere giù in città, in vista del referendum, ce ne sono molti di più. In attesa che la verità venga a galla, come Lega Nord abbiamo presentato una interrogazione urgente  a risposta scritta per chiedere al Sindaco di presentare lo stesso documento nella sede istituzionale di Verbania”.

Anche Forza Italia è critica, ma ritiene che l’accordo presentato non sia affatto un patto già concluso, ma anzi una semplice “lista della spesa” da parte di Cossogno e che tutto sia ancora da discutere.

Aanche segreteria e gruppo consiliare del Pd sono rimasti sorpresi dal documento presentato la scorsa settimana nell’assemblea cossognese. Nell’unico incontro politico avuto sul tema, infatti, non s’erano discusse le condizioni della fusione per incorporazione che, tuttavia, sono state messe per iscritto. Nelle otto pagine costituenti il “patto” illustrato in assemblea, sottoscritte da Marchionini e Camossi, ci sono riferimenti specifici alla differenzazione delle imposte locali (a Cossogno per 5 anni non ci sarà addizionale Irpef), agli investimenti (500.000 euro l’anno per dieci anni per la futura frazione) e al mantenimento degli uffici e del municipio, ma anche alla commissione di garanti che dovrà verificare il rispetto degli accordi. Questa fuga in avanti ha fatto venire qualche mal di pancia ai democratici, che ne discuteranno nei prossimi giorni.