VERBANIA – 15.06.2015 – Palazzo di Città, Pallanza.
L’orologio segna le 16 e i presenti si guardano in faccia l’un l’altro, perplessi. Dov’è la maggioranza? Oggi pomeriggio in sala giunta era convocata la Commissione Finanze, ultimo indispensabile passo prima che in Consiglio comunale approdi il bilancio 2015, per il quale sono già stati “prenotati” a Palazzo Flaim due giorni di presentazione e dibattito, mercoledì e giovedì. Ma i numeri scricchiolano. Anzi, non ci sono del tutto perché i commissari di Pd, Con Silvia per Verbania e Sinistra Unita non sono tutti presenti. È via il presidente Vladimiro Di Gregorio, mancano Filippo Marinoni (e il suo sostituto Fausto Cavallini), i democratici Riccardo Brezza e Paola Ruffatto, quest’ultima sostituita in extremis da Davide Lo Duca.
Ridotta all’osso anche la minoranza, rappresentata da Renato Brignone, Stefania Minore e Marco Parachini. Per tenere la seduta il numero legale è 17. La maggioranza conta 13 voti, la minoranza 3. Anche volendo, non si può procedere. Senza presidente e vice, a dirigere la Commissione viene incaricato Parachini perché il più anziano d’età. L’esponente di Comunità.vb chiede di verificare se abbia o meno i poteri per presiedere e chiede anche un parere sul numero legale, se lo si intenda a 16 o 17. La risposta arriva in un quarto d’ora, tempo entro il quale non arriva nessun sostituto tranne Lo Duca. Così mentre il campanile di San Leonardo suona la mezza dopo le quattro, la seduta è sciolta.
In questo modo, senza il parere della Commissione, il bilancio non può essere discusso in Consiglio comunale. Nel frattempo è stato informato il sindaco Silvia Marchionini, che personalmente ha cercato, telefonicamente, di far giungere altri consiglieri in sostituzione degli assenti. Si tiene un conciliabolo interno e, alle 18,26, parte l’e-mail del Ragioniere capo la nuova convocazione per domani, ore 18,30. La firma il presidente Di Gregorio. Seguono le e-mail di Minore e Brignone, che non ritengono regolare la convocazione entro un giorno ore “quando il regolamento fissa un anticipo di tre giorni”. Lo Duca replica ancora per posta elettronica cavillando sui tempi della convocazione o riconvocazione e ritenendo di essere nel giusto. Brignone allora scrive al presidente del Consiglio comunale Diego Brignoli, al segretario generale Agata Papiri e per conoscenza alla prefettura contestando la convocazione e lanciando un interrogativo velenoso: come ha potuto Di Gregorio firmare la convocazione se era a Torino?
Fin qui la cronaca di un pomeriggio convulso, di un pasticcio incomprensibile perché era stato proprio Di Gregorio, per e-mail il 6 giugno, a proporre la convocazione alle ore 16 per meglio approfondire gli argomenti. E Brezza gli aveva risposto di sì.
Interpellato sulla questione, Di Gregorio conferma l’impedimento lavorativo: “oggi pomeriggio ero a Torino per impegni inderogabili”. Anche Brezza, che è pure segretario cittadino del Pd, riconduce tutto all’orario poco felice. “Sono stato trattenuto sul lavoro – spiega –. Anche Marinoni e Cavallini lavoravano e Di Gregorio era via”.
Considerando che nessuna votazione è più importante del bilancio e che il Consiglio comunale rischia di slittare, viene quasi da pensare che le assenze siano dovute a qualche “mal di pancia” sul contenuto del documento economico, magari sfogato facendo mancare il rimpiazzo in Commissione. “Garantisco che problemi di questo tipo non ce ne sono – conclude Brezza –. Se però volete dire che abbiamo combinato un pasticcio, non posso dire di no. Non era l’orario giusto”.