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CASTELLETTO T. - 16.06.2015 - "Quando ci imbattiamo

in un cucciolo, pensiamo, con le migliori intenzioni, di doverlo salvare. Ma facendo così in realtà lo condanniamo perché non sempre riesce a sopravvivere allo stress della cattura e, in più, rischia comunque di perdere la selvaticità". L'appello è di Francesco Ragusa, responsabile delle guardie ecozoofile di Anpana (Associazione nazionale protezione animali natura ambiente) Novara. L'ultimo caso risale a qualche giorno fa quando due giovani hanno raccolto una femmina di capriolo immaginandola sofferente in quanto era immobile ai margini di un bosco del Basso Verbano. L'hanno poi consegnata in tarda serata alla clinica di Castelletto. "Ma ormai - afferma la presidente Emanuela Zonca - il danno era fatto. Dell'esemplare s' è presa cura una veterinaria di Montrigiasco che l'ha nutrita con latte di capra".
La mattina successiva l'animale è stato adagiato in uno scatolone con della paglia, ed è stato condotto al centro di Vanzago del Wwf, dove sarà svezzato insieme ad altri due giovani ungulati; poi verrà reintrodotto nel parco del Ticino. Anpana invita a non avvicinarsi ai cuccioli di capriolo, cervo e daino anche se sono da soli. "L’abbandono - conclude Ragusa - è solo apparente: le madri, quando si allontanano per mangiare, nascondono i figli nell’erba per difenderli dai predatori, uomini compresi. Ma si può star sicuri che ritorneranno a recuperare i cuccioli".