VILLADOSSOLA- 03-05-2017- Un efferato delitto scuote l’ambiente
di provincia e lascia dietro di sé una giovane violentata e uccisa, un assassino sconosciuto e un’indagine che resta senza esito da oltre vent’anni. È da questo delitto – un caso di cronaca simile ad altri che si leggono quotidianamente sui giornali – che parte la narrazione dei casi dell’ispettore di polizia Angelo Colantuono, protagonista del romanzo noir “Ispettore Colantuono, il caso non è tuo!”. Edito dalla casa torinese Robin e scritto a quattro mani dall’ex ispettore capo Fortunato Marcovicchio e dal giornalista Massimo Parma, è stato presentato giovedì alla Fabbrica di carta di Villadossola.
La trama si incentra sul personaggio dell’ispettore Colantuono, sulla sua schiettezza talvolta sfacciata, sul suo essere contro il sistema, la burocrazia e le ingiustizie e soprattutto sul suo infaticabile lavoro di investigatore alle prese con quei piccoli e grandi crimini commessi anche nelle placide province insubriche. Tra successi e incazzature, episodi salaci e tragedie, un collage di inchieste ripercorre la carriera dell’ispettore che, “appiedato” nelle indagini del delitto irrisolto – il capo l’aveva perentoriamente ordinato: “ispettore Colantuono il caso non è tuo!” –, vedrà tornare ciclicamente quella vicenda nella propria vita, fino a quando arriverà a un passo dallo svelarne il mistero.
Il romanzo racconta fatti e personaggi verosimili ancorché di fantasia, ma narra anche un fatto reale, una citazione autobiografica. È la storia dell’ispettore Marcovicchio che, in pensione, incuriosito dai racconti di guerra del padre Vincenzo, scava nel proprio passato e riesce a scoprire – supportato dalle analisi del Dna commissionate in proprio – di avere una sorellastra nell’isola greca di Kos, dove nel 1943 il genitore, che aveva avuto una relazione con una donna del posto, scampò all’eccidio dei soldati tedeschi contro quelli italiani finendo deportato in Germania.