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spadacini pietro
VERBANIA – 16.06.2015 – Per i fondotocesi era il “re Buscin”,

la maschera di Carnevale che ha indossato per settant’anni ininterrotti. Per i verbanesi “ul Prussian”, soprannome ereditato – insieme all’osteria del San Carlo, dopo i Tre Ponti – dal nonno che aveva lavorato in Germania. La Repubblica italiana l’ha elevato al grado di cavaliere e la città di Verbania, di cui è stato anche amministratore, l’ha nominato benemerito due anni fa. Al di là dei titoli Pietro Spadacini, scomparso oggi all’età di 93 anni, era una colonna della comunità fondotocese e verbanese.

Nato a Suna 18 febbraio il 1922 e diplomatosi perito chimico al “Cobianchi”, come tanti giovani della sua generazione aveva trovato lavoro alla Rhodiatoce di Pallanza, poi Montefibre, come analista chimico. Arruolato in Aeronautica, trascorse la seconda parte della guerra mondiale sui monti, come partigiano al seguito della Divisione Valdossola comandata da Dionigi Superti.

Proveniente da una famiglia di fede socialista, dopo la guerra fu impegnato in politica. Eletto consigliere comunale a Verbania per il Psi restò in carica dal 1951 al 1969, assumendo tra il 1957 e il 1960 l’incarico di assessore ai Lavori pubblici. È stato anche consigliere degli Ospedali Riuniti di Verbania. Nominato Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, nel 2013 è stato insignito della benemerenza verbanese, che ha ritirato a Villa Giulia con piacere e commozione, raccontando la sua storia e mettendo in mostra, a novant’anni suonati, quella lucidità, intelligenza e carica umana che ne sono sempre stato il tratto distintivo.

Rimasto vedovo, Pietro Spadacini lascia due figlie. I funerali saranno celebrati domani alle ore 15 nella chiesa di Santa Lucia a Suna.