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panchina rotta borgo 

DOMODOSSOLA- 11-05-2017-Dalla Lega Nord domese arriva una presa di posizione, ed una replica alle recenti dichiarazioni del Pd, sulla questione del vandalismo nel fine settimana nel borgo domese: "I gravi atti vandalici che periodicamente si ripetono nella nostra città- così il segretario Marco Bossi- obbligano certamente la politica ad una profonda riflessione sulle cause e sui correttivi da porre in essere per arginarne gli effetti devastanti. Di certo però non si accettano le  lezioncine da chi, come gli ex amministratori del PD, negli anni del proprio governo cittadino ha assistito passivamente al crescere in modo esponenziale del fenomeno senza mettere in campo misure concrete per arginarlo. Unica mossa concepita dalla giunta Cattrini fu un'ordinanza fotocopia di un provvedimento  dell'era Marinello-Galvani,  ordinanza però fortemente osteggiata dai paladini del partito democratico quando erano all'opposizione. Ma oggi, nell'epoca camaleontica in perfetto stile renziano vale tutto, anche chiedere misure coercitive dopo aver gridato per mesi allo scandalo contro il famigerato "Sindaco Sceriffo"! In ogni caso,  nonostante l'immobilismo dell'era Cattrini, il Sindaco Pizzi e la sua maggioranza, si sono attivati da subito alla ricerca di soluzioni al problema. Saranno certamente utili le telecamere che attiveremo a breve nelle strade e piazze domesi, così come sono certamente auspicabili maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine. Forze dell'ordine che, seppur con un organico ridotto e strutture ormai al collasso a causa dei continui tagli dello stato centrale, tra mille difficoltà cercano di garantire la nostra sicurezza su tutto il territorio. Anche il Corpo di Polizia Locale si trova in stato emergenziale a causa della recente uscita dal servizio di 3 agenti, personale che presto verrà rimpiazzato attraverso nuove assunzioni ma che rimarrà in ogni caso ben lontano da quel numero minimo di agenti utili a garantire un corretto servizio alla nostra città. Nostro impegno futuro sarà quello di trovare soluzioni anche a questa problematica. 
Questo il lato più pratico della prevenzione e del controllo, ma onde evitare che il tutto si riduca ad una semplice  "migrazione" del fenomeno da una piazza all'altra o da un comune  all'altro, occorre individuare e cercare di sanare quei sintomi che generano il fenomeno. Cosa spinge i ragazzi a questi comportamenti? 
Tra le possibili concause vi sono l'ormai diffusa consapevolezza di una non certezza della pena, un riflesso che parte dai riprovevoli esempi offerti dai massimi sistemi,  ma anche da una profonda crisi nel rapporto identitario. La visione globalizzata del mondo spinge a dichiararsi "cittadini del mondo" ma sempre meno nativi di un luogo, di una terra propria. Su questi temi il  confronto fra politica, istituzioni e famiglie deve essere costante. Nel nostro dna esiste la volontà di lavorare in tal senso cercando di produrre dei fatti, le parole le lasciamo agli altri".