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piazza mercato

DOMODOSSOLA- Martedì mattina, dalle ore 11

alle 13,00 l’École des Italiens presenta a Domodossola, in via Mellerio 2, nei pressi di piazza Mercato, l'opera Untitled, tecnica mista, cm 140x97 di Gastone Novelli, dal catalogo di Mme Webb Editore. Gastone Novelli (Vienna 1925 – Milano 1968) inizia la sua attività pittorica alla fine della Seconda Guerra mondiale, sotto l’influenza dell’amico Max Bill. Viaggia in Brasile, dove rimane con la moglie dal 1950 al 1954. Al suo rientro in Italia è in contatto con gli artisti astratto-geometrici di Forma 1 come Dorazio, Turcato, Accardi, Consagra, Perilli. Durante il soggiorno parigino del 1957 conosce invece artisti del calibro di Tristan Tzara, Man Ray, André Masson, Hans Arp e altri dadaisti. Il suo lavoro di derivazione astratta vede  l’impiego di collage, assemblage, fotografie, solarizzazioni, perspex: in seguito si accosterà progressivamente ai caratteri tipici dell’informale. Sempre nel 1957 pubblica con Achille Perilli la rivista “L’esperienza moderna”, aperta alle nuove avanguardie artistiche. L’influenza informale nel frattempo viene meno; l’artista elabora un nuovo percorso fondato sul segno-scrittura, con contaminazioni letterarie che lo vedono a contatto con scrittori come Claude Simon, Pierre Klossowski, Giorgio Manganelli, Alfredo Giuliano ed Emilio Villa. È tra i fondatori del gruppo Continuità con Fontana, Arnaldo e Giò Pomodoro, Turcato, Dorazio, Bemporad, Tancredi. Espone in numerose collettive dedicate al rapporto pittura-scrittura e collabora alle attività del Gruppo 63. Nel 1964 gli viene dedicata una sala personale alla Biennale di Venezia; nello stesso anno è organizzata un’antologica al Kunstverein di Friburgo. Nel 1968 pubblica Viaggio in Grecia – con brani, disegni e incisioni – e si trasferisce a Venezia, dove prosegue l’attività pubblicando il volume di tavole disegnate I viaggi di Brek. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia con una sala personale, chiusa al pubblico per protestare contro il clima poliziesco in cui si svolge la manifestazione; sul retro di una tela girata verso il muro, scrive "la Biennale è fascista". Inizia ad insegnare all’Accademia di Brera a Milano, dove si è trasferito, e dove muore improvvisamente il 22 dicembre 1968.

“Queste pagine saranno scritte nel segno dell’anti-nozione, non si potranno né guardare né leggere per abitudine, le parole che vi saranno segnate nascono da sole e così le macchie e i graffi che vi si andranno raggrumando. Scritto con un alfabeto ancora da inventare”.

“Il mio rapporto con certi testi letterari è un rapporto di intervento. Quindi non di rappresentazione”.

“… un artista non è un uomo differente dagli altri, incomprensibile e sospetto. Un pittore è solamente un intermediario, un individuo che attinge qualche cosa dalla verità più nascosta, più valida, al di fuori di se stesso e nel più intimo del proprio io e ne fissa l’essere e il divenire in un’immagine che è da guardare. In questi due atti, del fissare e del guardare, è il rapporto fra colui che crea e colui che gode della creazione, fra l’artista e la società in cui vive.”

“Facciamo un catalogo di cose perdute. Ognuno ne ritrova un pezzo e lo appiccica al muro costruendo un mondo che forse è possibile.”
“Operare nell'ambito delle arti figurative è sperimentare ed esprimere con segni e figure, come si può sperimentare ed esprimere con le parole o le azioni. La differenza tra un linguaggio figurativo attivo creativo, e uno accademico, è che mentre il primo nasce da una totale remise en question delle strutture preesistenti per portare alla comunicazione i risultati di una 'nuova visione', il secondo rappresenta, imita i dati acquisiti di una realtà statica.”