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ritrovamento sub cernobbio01

VERBANIA – 20.05.2017 – Si sono immersi

a Cernobbio non a caso, ma perché seguivano una pista. Gianfranco Mazza dell’associazione Sub Verbania e Simon Bacchetta del Pinguin Power di Armeno sono i due sommozzatori che la scorsa settimana hanno rinvenuto resti umani e ordigni bellici a Cernobbio, sul Lago di Como. “Conduciamo una ricerca legata a due persone di rilevanza storica che potrebbero trovarsi in quel punto, ma è presto per dire se i resti appartengono a loro”, racconta Mazza, che insieme all’amico e a altri sub negli ultimi anni hanno cercato di abbinare la passione per le immersioni e per il lago a un’attività più ampia: “si leggono documenti, si presta attenzione a segnalazioni o a racconti e si prova a cercare”. Sotto la rupe del Pizzo non sono andati a colpo sicuro, ma pensavano ci fosse qualcosa di interessante. “Il primo avvistamento è stato di Simon, che ha notato un osso umano, un femore – spiega –. Quando è risalito abbiamo concordato di fare un’altra ispezione, e poco dopo abbiamo trovato il teschio mancante della parte sinistra e abbiamo visto le armi bianche”. Usciti dall’acqua i due sub, vista anche l’ora tarda, sono rientrati nel Vco e l’indomani si sono recati dai carabinieri di Omegna, chiedendo al maresciallo comandante della stazione, Paolo Puglisi, i contatti per informare i colleghi di Cernobbio, ai quali poi si sono presentati di persona consegnando anche il materiale fotografico.

Ieri Mazza e Bacchetta erano presenti al sopralluogo dei sub dell’Arma. “Abbiamo dato loro indicazioni e abbiamo atteso fuori dall’acqua pronti a intervenire nel caso avessero avuto difficoltà a trovare il sito – dice il sub verbanese –: abbiamo cercato di evitare che troppi operatori smuovessero il fondo sollevando detriti”. I carabinieri hanno quindi completato l’intervento e, delimitata la zona in cui si trovano gli ordigni inesplosi il cui recupero/distruzione spetta ai sub sminatori della Marina militare, hanno avviato le ricerche per risalire all’identità dei resti e all’origine degli oggetti.

Non è la prima volta che i sub del Vco si rendono autori di una scoperta del genere. A inizio gennaio fu proprio Bacchetta a segnalare, in un’immersione nel Cusio, che poco distante la passeggiata a lago di Bagnella di Omegna si trovava il minicar Sulky di colore rosso che custodiva i resti di due uomini che – recuperati l’indomani – si ritiene siano Luciano Genduso e Donato Musto, due anziani di Cireggio scomparsi nel gennaio del 1987. Già in passato gli stessi avevano rinvenuto, sempre nel Lago d’Orta, alcuni ordigni bellici. “Cerchiamo di dare uno scopo alle nostre immersioni: è divertente e stimolante e si svolge anche un’opera storica di interesse”, conclude il sub di Verbania.