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VERBANIA – 25.03.2015 – I tagli sono congelati almeno fino a giugno,

ma la speranza è che si possa tornare indietro. Questa mattina il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini, ha partecipato a Torino al tavolo istituzionale tra Poste Italiane, Regione e enti locali convocato per discutere del piano di chiusura degli uffici periferici che sarebbe dovuto entrare a regime dopo Pasqua, ma che l’azienda ha temporaneamente sospeso di propria iniziativa e dopo la levata di scudi di numerosi sindaci.

“È stato un confronto positivo – afferma il primo cittadino –. Innanzitutto viene confermato che, almeno fino a giugno, di chiusure non se ne parla. Nel frattempo potrebbe essere trovata un’intesa istituzionale con la Regione”. La salvezza potrebbe essere una sorta di convenzione per alcuni servizi, o una collaborazione. “S’è parlato di costruire un modello-Piemonte da proporre poi a Roma per tutta Italia”.

La decisione finale si giocherà dunque sull’asse Torino-Roma, con il coinvolgimento dei territori. Dopo il summit di stamane, infatti, Marchionini incontrerà nel pomeriggio in Provincia gli altri sindaci del Vco, che ragguaglierà sulle proposte discusse.

Nelle intenzioni originarie di Poste Italiane il Piemonte avrebbe dovuto subire chiusura di uffici e riduzioni di orario in circa duecento sportelli. Nel Vco e nel Novarese la soppressione era stata prevista – e tale resterà se non ci saranno correzioni – per gli uffici di Carciano e Pella.

La protesta s’era levata per prima da Carciano, dove il sindaco Canio Di Milia era sceso fisicamente in piazza a raccogliere le firme per la petizione anti-tagli.