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DOMODOSSOLA- 22-05-2017- Il sindaco domese Lucio Pizzi

ha scritto l'ennesima lettera al direttore generale dell'Asl Vco Giovanni Caruso lamentando una possibile strategia per depauperare “dall'interno” il Punto Nascite domese, e di conseguenza l'intero San Biagio: “Purtroppo- scrive Pizzi- ho continuato a ricevere lamentele aventi come oggetto il percorso di assistenza durante la gravidanza ed il parto presso il Punto Nascita domese. Mi è stato riferito da alcune mamme di aver ricevuto delle proposte di trasferimento verso Verbania, avanzate da alcuni medici non strutturati al Punto Nascita dell’Ospedale “San Biagio”.   Dalle notizie raccolte risulterebbe che, contrariamente a quanto stabilito dagli accordi, presso il Punto Nascita dell'Ospedale San Biagio non sia possibile eseguire un parto per taglio cesareo programmato nonostante vi sia il personale preposto: ginecologi, pediatri ed anestesisti, una sala parto correttamente attrezzata e tutto quanto necessario per espletare il parto. Risulterebbe inoltre che a Domodossola possano essere eseguiti solo parti in emergenza, urgenza o esclusivamente fisiologici.

Da quanto riportato parrebbe che queste disposizioni siano state dettate direttamente dal Primario di Ostetricia il quale, a fronte di banali  patologie ostetriche, veicolerebbe i parti a Verbania con la motivazione che “il punto nascita lì é più  sicuro".  A Domodossola però il Punto Nascita è definito di primo livello, come quello di Verbania, e da quanto risulta l'offerta sanitaria ha garantito fino ad oggi la possibilità di partorire in sicurezza. Inoltre interventi eseguiti in emergenza hanno dimostrato più di una volta la capacità di assistenza degli operatori.  Aggiungo come, da alcuni dati risulterebbe che nel primo trimestre i parti a Domodossola si siano dimezzati rispetto ai dati dello scorso anno (32 invece di 64) mentre a Verbania i parti siano aumentati di solo 10 unità, nonostante la diminuzione di 32 parti a Domodossola: la mobilità passiva verso altre realtà sanitarie regionali ed extraregionali é perciò ulteriormente aumentata, con notevole aggravio di costi. I commenti delle famiglie coinvolte portano a pensare che l'aumento di mobilità passiva sia naturale conseguenza degli atteggiamenti sopra descritti e dell’azione di veicolamento dei parti verso Verbania: i pazienti, sfiduciati e infastiditi, preferiscono comprensibilmente uscire dal circuito provinciale. Non penso che questa sia la sua volontà. Sono quindi a chiederle un'immediata verifica della situazione ed una dettagliata relazione in merito all'operato dei medici e, soprattutto, del primario. Se quanto sopra descritto corrispondesse al vero, auspico l'adozione degli opportuni provvedimenti. Colgo l’occasione per ribadire un concetto fondamentale già evidenziato in una mia precedente lettera. Se motivi tecnici o procedurali rendessero necessaria la valutazione da parte della dirigenza dell'Asl Vco di abbandonare l’esperienza del Country Pediatrico, allora un giorno prima andrebbe certamente riaperto il reparto di Pediatria presso l’Ospedale san Biagio di Domodossola, con dirigenti medici autonomi da Verbania al fine di non incentivare trasferimenti inappropriati. Così, allo stesso modo, in caso di qualunque impoverimento dell’attività del Punto Nascite di Domodossola, un giorno prima andrebbero certamente riaperti il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Biagio di Domodossola. Molto grave e fortemente scorretto sarebbe l’operare per svuotare i servizi in maniera sibillina con l’obiettivo di portarli ad una lenta fine: il sottoscritto non permetterà che tutto ciò accada in silenzio poiché azioni tese a depauperare questi servizi condurrebbero non solo ad un impoverimento del San Biagio ma metterebbero a certo rischio la sopravvivenza del suo Dea, che invece era stato individuato dalla Rappresentanza dei Sindaci come Dea di riferimento dell’intera provincia. Ricordo ancora una volta l'impegno di non modificare nessun servizio fino all'eventuale apertura del nuovo Ospedale di Ornavasso “collina”, così come annunciato pubblicamente anche da noti esponenti politici regionali e nazionali e condiviso da tutti i sindaci: quindi nessun servizio deve essere depauperato o sottratto all’Ospedale San Biagio di Domodossola, così come agli altri ospedali della provincia, fino ad allora. Di ciò Lei stesso deve essere il primo garante”.