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VERBANIA – 29.05.2017 – Quando scoppio il “caso”

si parlò di una frode multimilionaria, ma ora che dalle indagini s’è arrivati in aula, il “conto” è stato ridimensionato a meno di 100.000 euro e gran parte delle contestazioni sono prescritte o prossime alla prescrizione. Emissione di fatture false con lo scopo di evadere l’Iva e di abbattere i redditi di altri soggetti è l’accusa che la Procura di Verbania contesta a Fabio Colombo, ex impresario edile e appassionato di motori, settore nel quale ha operato prima come concorrente e poi come promoter. Finito nelle maglie dell’Agenzia delle Entrate e delle Fiamme Gialle per una serie di controlli incrociati partiti da Voghera, in provincia di Pavia, Colombo ha visto passate al setaccio le attività di alcune società con sedi a Baveno e Casale Corte Cerro che aveva creato e per le quali non aveva trasmesso le opportune dichiarazioni fiscali. Senza poter disporre di documentazione cartacea, gli inquirenti hanno ricostruito il volume d’affari tramite i conti correnti, ipotizzando che avesse omesso di dichiarare cifre per milioni di euro.

Già in fase di udienza preliminare il suo difensore, avvocato Marco Marchioni, aveva rilevato come per epoche precedenti, andando a ritroso sino al 2006, non ci fossero più i termini per procedere, rinnovando la richiesta oggi all’udienza tenutasi di fronte al giudice Rosa Maria Fornelli. Il pm Anna Maria Rossi ha chiesto ai finanzieri e ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate di ricostruire l’attività d’indagine e sono stati ascoltati anche alcuni commercialisti che avevano curato pratiche amministrative delle società, pur senza visionarne la contabilità. L’udienza è stata aggiornata al 21 luglio per l’audizione degli ultimi testi della difesa.