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torino piazza juventus disordini

TORINO- 04-06-2017- Erano almeno due le ossolane

rimaste coinvolte nella calca di piazza San Carlo durante la partita di Champions sabato sera, se per una, a parte qualche livido, non ci sono serie conseguenze, per l'altra, E.P. originaria di Beura ma residente a Domo, la situazione è molto grave: “Mi considero una miracolata- spiega da Bognanco Monica Mancini, 32 anni- ho delle botte, qualche contusione, ho perso una scarpa, ma sto bene. Ho visto veramente l'inferno, sembrava una scena di guerra dove più che altro le vittime erano delle donne. In molte erano a terra. Io ero arrivata a Torino abbastanza presto, ero piuttosto vicina allo schermo, ad un certo punto, la partita era già sul 3-1, si è sentito come un tuono, come una valanga, e tutta la gente mi è venuta addosso, sgomitava, travolgeva. Il mio istinto di sopravvivenza mi ha spinto a restare in piedi, altrimenti davvero non so cosa sarebbe successo, se fossi caduta sarebbe stata la fine. In qualche modo sono arrivata sotto i portici della piazza, eravamo sempre con tanta gente intorno, con la calca, poi si è finalmente iniziato a liberare dello spazio vitale, ed infine siamo riusciti ad uscire da un lato. Ho perso una scarpa, ero tutta sporca di sangue, ma sto bene”. Molte delle ferite sono state causate dai vetri delle bottiglie: “Erano vietate- conferma Monica Mancini- tant'è che ci hanno perquisito lo zaino prima di entrare nella piazza, però dentro c'erano degli abusivi che le vendevano, anche molto care e senza scontrino. Quando la Juve ha segnato il gol dell'1-1 ho sentito rumore di vetri rotti, credo per l'esultanza. Comunque quando si è sentito quel colpo e la gente ha iniziato a muoversi impaurita la folla era come impazzita, il primo pensiero che ho avuto era che ci fosse stato un attentato”.