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DOMODOSSOLA- 07-05-2017- "Una maestrina spaventata

che punisce e  si rifiuta di dare la parola ripetutamente alla consigliera Graziobelli". Cosi dal Pd si definisce il presidente del consiglio comunale Carlo Valentini, che in una circolare aveva invitato i consiglieri comunali a comportamenti consoni minacciando provvedimenti, ma che i consiglieri domese Graziobelli e Bolognini non considerano superpartes. Dal Pd si minaccia il ricorso al Prefetto per "ripristinare la democrazia": "Riceviamo- così i consiglieri dle Pd a Domo- la nota del presidente del consiglio comunale e dobbiamo dire che ci trova abbastanza impreparati, ci sentiamo come tanti fanciulli sui banchi di scuola bacchettati dalla maestrina alle prime armi.
Come una maestrina alle prime armi spaventata dal rumore degli alunni , il nostro presidente del consiglio inizia a dare castighi a sinistra e a destra, curandosi poco  dei suoi insegnamenti: “fate come vi dico non fate come faccio” urla dalla cattedra, abituato  come è a ricoprire ruoli partitici importanti,  difettando molto nel riconoscere i ruoli istituzionali.
In questo consiglio Comunale succedono cose strane: dall’inizio  l’operato del presidente del consiglio ci ha fatto spesso arrabbiare, abbiamo pazientato facendo riferimento alla sua scarsa esperienza amministrativa anche quando si sono raggiunti punti di non rispetto gravi.
Si sono verificati fatti  quali quelli relativi a consiglieri che fanno campagna elettorale durante le sedute consiliari, presentandosi in consiglio vestiti in modo non consono ad un rappresentante dei cittadini, esibendo magliette con indicazioni di voto, nel più assordante silenzio.
Altri esempi riguardano il diritto di parola ed il rispetto dei tempi di intervento, il sindaco risponde quando e come vuole ai consiglieri  per interventi di 40 minuti (in cui ripete sempre le stesse cose) e i consiglieri, seppure chiamati in causa, se appartengono al PD non possono mai replicare.
Il presidente si rifiuta di dare la parola ripetutamente alla consigliera Graziobelli.
Abbiamo chiesto che il presidente presentasse in aula le lettere dell’asl in risposta ai quesiti del sindaco, richiesta caduta nel vuoto.
Adesso improvvisamente leggiamo di questa ammonizione in cui ci comunica che, dal prossimo consiglio, sarà lui a decidere  arbitrariamente quando e come interrompere le sedute e chi allontanare o meno dall’aula.
È vero che gli interventi non dovrebbero essere interrotti dai consiglieri,  ma questo non può valere solo per i consiglieri del PD e non per il sindaco che interviene come e quando vuole!
Ora se il presidente pensa di poter esercitare da solo tutto questo potere e  sospendere il consiglio comunale in modo arbitrario,  noi saremo costretti a presentarci in consiglio o con il bavaglio, pratica usata dai leghisti in parlamento, oppure, strada a cui noi ci affideremo sicuramente, perché più consona in quanto istituzionale, chiederemo l’intervento del  signor Prefetto, garante dei diritti dei cittadini,  affinchè  ripristini la democrazia anche al comune di Domodossola".