DOMODOSSOLA- 13-06-2017- Prima gli italiani. Il sindaco
domese Lucio Pizzi ritorna sulle sue prese di posizione sulla necessità della permanenza nel comune assegnato per i migranti e per il loro rientro nelle strutture alle ore 20: “Ho trovato interessante spunto di approfondimento – così Pizzi riferendosi ad un editoriale di un settimanale locale- in cui, a fronte della mia richiesta al Prefetto di fare rientrare i migranti nelle strutture di accoglienza entro le ore 20.00 e di non permettere che i migranti accolti in altri comuni possano venire a Domodossola – viene ricordato che l’articolo 16 della Costituzione garantisce il diritto di circolazione a tutti i cittadini. Ad una lettura veloce la mia proposta potrebbe apparire addirittura incostituzionale ma così non è. Non bisogna dimenticare alcuni principi che invece non sfuggono né ai dettami costituzionali, né ai giudici costituzionali, né tanto meno alle persone di buon senso.
Innanzitutto vale la pena di ricordare che la disciplina dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri nel territorio dello Stato è “collegata alla ponderazione di svariati interessi pubblici, quali, ad esempio, la sicurezza e la sanità pubblica, l’ordine pubblico, i vincoli di carattere internazionale e la politica nazionale in tema di immigrazione” principio sancito da ben 5 sentenze della Corte Costituzionale (sentenze n. 250/2010 e n. 172/2012 solo per citare le più recenti).
E’ previsto infatti come la portata dei flussi migratori nel nostro Paese dovrebbe essere determinata sulla base sia delle esigenze del mercato del lavoro, per quelle esigenze che solo gli immigrati sono in grado di assolvere, sia della capacità e dei limiti di accoglienza: ma non è questo il caso dei migranti ospitati presso i centri di accoglienza.
Il loro caso rientra in quanto previsto dall’articolo 10 della Costituzione, vale a dire lo straniero che richiede asilo politico in qualità di rifugiato.
E' chiaro dunque che, aldilà delle scelte effettuate dallo Stato in tema di flussi migratori, non esiste un diritto od una pretesa all’ingresso ed al soggiorno nel nostro Paese, viceversa esiste un periodo in cui il migrante attende l’esito della sua richiesta che, come ormai tutti sanno, nella maggior parte dei casi non viene accolta.
Durante tale periodo lo Stato italiano, con il concorso rilevantissimo delle comunità locali che il più delle volte subiscono tali decisioni, offre un servizio ai migranti che ha un costo per le nostre tasche altrettanto rilevante: nell’offrire questo servizio il pubblico può e deve imporre delle regole allo stesso modo in cui le impone in ogni struttura pubblica.
Sotto questo profilo e in qualità di Sindaco ho ritenuto quindi opportuno avanzare una proposta di cui ora sono ancora più convinto. Ritengo sia compito di ogni amministratore cercare di prevedere e di porre rimedio ad eventuali criticità, preservando il diritto di circolazione costituzionalmente previsto a vantaggio dei cittadini italiani”.