DOMODOSSOLA- 14-06-2017- E' stato molto apprezzato dagli studenti del liceo Spezia e dalle loro famiglie il progetto, partito dal dipartimento di religione e gestito dai docenti Augusto Visconti e Paola Ferraris , #sbulliziamoci, proposto quest'anno scolastico per la prima volta per la prevenzione al bullismo, utilizzando la metodologia della peer education, ovvero l'educazione alla trasmissione dei valori tra pari, attraverso dei coetanei: “Grazie ad alcuni alunni di terza e quarta classe- spiegano Augusto Visconti e Paola Ferraris- abbiamo organizzato, dopo averli formati, una serie di incontri nelle classi prime. Il motivo per cui il progetto pluriennale è nato è molto semplice, vista la problematica del “bullismo” che sta emergendo davvero in maniera eclatante. Abbiamo preso spunto da un incontro di formazione che avevamo avuto con una collega di Novara, che ha creato il progetto “Tommaso” prendendo nome da una ragazzo che era stato vittima di bullismo. Attraverso la polizia postale ed un approccio formativo con questo progetto si sono utilizzati ragazzi che hanno incontrato negli anni 6 o 7 mila alunni. Noi abbiamo cominciato a lavorare selezionando 25 ragazzi e facendogli la formazione. Non è stato facile, abbiamo coinvolto risorse interne e psicologi, grazie al professor Giovanni Fasoli, uno dei massimi esperti in Italia per il cyberbullismo. E' stato bravo a coinvolgerli cercando il materiale, anche video su you tube, e poi creando una presentazione, poi ultimata dai nostri alunni insieme a noi. Questo è stato il punto di forza del progetto perchè è quello che poi fa scaturire le riflessioni. Sono stati fatti tre incontri nelle prime classi, utilizzando tecnologie diverse, la prima tecnologia è stato il 'brain storming', la seconda il video e la terza dei giochi di ruolo su questo tema. La reazione e l'accoglimento da parte delle prime classi è stato molto positivo, anche con osservazioni critiche. Abbiamo richiesto loro delle relazioni, emerge che sono stati tutti contenti che si sia affrontata la tematica, e che l'abbiano fatto gli stessi ragazzi. Ci hanno dato anche suggerimenti anche per la scelta dei video e per i giochi di ruolo. E' stato somministrato un questionario a due facce, c'erano 13 domande sulla questione dell'essere bullizzati, e una decina sull'essere loro dei bulli. E' stato dato a 135 ragazzi, le risposte non fanno emergere situazioni critiche, ma, come docenti, dovremo stare attenti, vigilare, perchè non se ne sviluppino. Don Fasoli ha lavorato anche con i docenti, facendo quattro ore di formazione, anche questo è stato molto positivo. Il lavoro deve essere fatto su due fronti, sia nella prevenzione ad atteggiamenti prevaricatori, sia nel rafforzamento delle personalità dei ragazzi”.