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MONTEBELLUNA – 15.06.2017 – Un maxirisarcimento,

una causa da 2,3 miliardi. È questo il valore di quanto Veneto Banca intende chiedere come indennizzo agli ex amministratori, revisori e manager in carica fino al 26 aprile 2014 ritenuti responsabili del quasi dissesto dell’istituto di credito. In questi giorni sono in fase di spedizione le citazioni a giudizio per aprire, al tribunale di Treviso, le cause civili dell’azione di responsabilità deliberata dal cda e dall’assemblea dei soci. Secondo la banca gli allora vertici dell’istituto di credito nascosero l’entità del passivo e gonfiarono artificiosamente il valore delle azioni per tenere alta la capitalizzazione. In sostanza fecero in modo che una banca che aveva grosse criticità e sofferenze apparisse esternamente come sana.

Nelle scorse settimane era salita alla ribalta delle cronache nazionali anche la vicenda delle opere d’arte possedute da Veneto Banca. Quadri, sculture, mobili d’epoca e oggetti di design – nell’ordine di circa 500 pezzi – sono stati acquistati nell’ultimo decennio con un esborso di 14 milioni di euro che, oggi, viene ritenuto un prezzo spropositato. A sollevare il caso è stata l’associazione Ezzelino da Onara che, con i suoi legali, ha avuto accesso agli atti dell’inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza che vede indagati gli ex amministratori e che, carte alla mano, è pronta a chiedere indietro quel denaro ritenuto sperperato.