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consoli vincenzo

MONTEBELLUNA – 15.06.2017 – Un affare peggio del previsto.

Così l’ex direttore generale e amministratore delegato di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, bolla l’acquisto della Banca popolare di Intra da parte del gruppo di Montebelluna. Le affermazioni sono contenute in un’intervista esclusiva rilasciata nei giorni scorsi dall’ex dominus della banca al quotidiano “Il Gazzettino” e ai giornalisti Maurizio Crema e Ario Gervasutti. Un’intervista in cui Consoli, indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza e ritenuto tra i principali responsabili della banca, risponde alle accuse e, respingendo le proprie responsabilità esclusive, racconta la sua verità. La banca – sostiene – è andata in difficoltà per la gravità e il perdurare della crisi economica mondiale, per gli attacchi e il calo di reputazione, ma anche per alcune acquisizioni indigeste per i conti. Tra queste la Cassa di risparmio di Fabriano, Banca Apulia, Banca Inter Mobiliare e, Banca popolare di Intra, l’unica che fu portata a termine “cash”, pagando in contanti per l’acquisto delle azioni (15 euro l’una il valore dell’offerta) allora quotate in Borsa. Era il 2006, prima della grande crisi dei mutui subprime ma già all’indomani del crac Finpart e alle vicende legate all’ex dg della Intra Giovanni Brumana, che era stato anche arrestato. In una situazione di profonda difficoltà la banca, al cui timone fu chiamato Luigi Terzoli (poi membro anche del board di Veneto Banca fino al 2013) si mise “sul mercato” in cerca di partner. Dopo vari contatti si arrivò a una short list di quattro istituti: popolare di Vicenza, popolare di Verona e Novara, Veneto Banca e Credito Valtellinese. La scelta cadde, l’anno successivo, su Montebelluna. Il delisting da piazza Affari e la fusione cancellarono il nome “Intra” avviando l’attuale gestione.