VERBANIA – 19.06.2017 – Si spacciavano
per tecnici dell’acquedotto, radunavano con una scusa gioielli e oggetti di valore, distraevano il proprietario, li rubavano e sparivano. Questa è l’accusa per la quale sono a processo a Verbania i cognati Giuseppe De Lorier e Giuseppe Icardi, italiani di etnia sinti residenti nel Torinese, ritenuti dalla Procura responsabili di undici furti con destrezza in abitazione messi a segno tra il luglio e l’agosto del 2016 tra il Verbano, il Vergante e il versante cusiano del Mottarone. Le vittime sono perlopiù donne di età avanzata, anziane che si trovavano in casa da sole e che, a causa anche di condizioni di salute precarie, non è detto possano testimoniare in aula al processo e per le quali – perlomeno per tre di esse – è stata disposta una perizia medico-legale. A chiederla al giudice Rosa Maria Fornelli è stato l’avvocato Davide Gatti del foro di Asti, difensore dei due imputati, dopo che la nuora di una delle vittime ha confermato in aula che la suocera, ora ricoverata, ha problemi di deambulazione, ma anche di memoria. La difesa chiede che un medico stabilisca se, anche all’epoca dei riconoscimenti fotografici fatti dalle vittime ai carabinieri, le donne fossero capaci di intendere e di volere.
Tra i testi ascoltati oggi anche il commissario della polizia locale del Vergante Mauro Aceti, grazie alle cui indagini i carabinieri individuarono i due presunti ladri. Da tempo, l’estate scorsa, nel Vergante circolavano due moto – una Vespa bianca, uno scooterone scuro – i cui occupanti erano sospettati di porre in essere questo tipo di truffe. Bussavano alle porte degli anziani e segnalavano il pericolo che una fuga di mercurio o altro materiale potesse rovinare oro e gioielli, che invitavano a radunare e riporre nel frigorifero per sicurezza. A quel punto, ammassati i valori, distraevano la vittima e se ne andavano. Aceti, fermo a Brovello Carpugnino per dirigere il traffico durante una processione religiosa, vide passare le due moto, ne annotò i numeri di targa – erano contraffatte – e avviò l’indagine che, anche grazie ai filmati della videosorveglianza, portò a individuare De Lorier e Icardi.