VERBANIA – 23.06.2015 – Dopo Diego Brignoli, Silvia Magistrini.
Come il collega di partito, anche l’ex consigliere provinciale e assessore verbanese ha scelto di parlare con il pubblico ministero per spiegare i motivi per i quali si ritiene del tutto estranea alla vicenda “firmopoli”, inchiesta per la quale è indagata.
Accompagnata dal suo avvocato Bruno Stefanetti, stamane è stata ricevuta dal sostituto procuratore Nicola Mezzina, che coordina le indagini. “Al magistrato abbiamo ribadito – dichiara Stefanetti – che la professoressa Magistrini era sempre presente alla raccolta firme, anche negli episodi contestati”. La sua posizione è quella più marginale tra i nove indagati. Le viene infatti attribuita l’autentica di firme regolari, quindi non false, che sarebbero state apposto però non in sua presenza, come impone la legge. Si tratta però di due sole firme, entrambe a sostegno della lista Sinistra & Ambiente che sosteneva come sindaco Carlo Bava, peraltro candidato di uno schieramento diverso dal suo.
Gli altri otto indagati sono Marco Zacchera, Luigi Songa, Antonio Di Tullio, Antonio Tambolla, Marco Campanini, Diego Brignoli, Giuseppe Grieco e Giulio Lapidari. Zacchera, Songa, Di Tullio e Tambolla sono accusati di aver falsificato alcune firme, Songa di averle anche autenticate. Anche a Campanini si contesta l’autentica di firme false, ma anche di firme “buone”. Brignoli, Grieco, Magistrini e Lapidari avrebbero certificato come regolari sottoscrizioni che lo erano ma che non sono state raccolte in loro presenza.
La notifica di avviso di chiusura indagini li ha raggiunti l’8 maggio. Nei 20 giorni successivi i loro legali hanno potuto produrre memorie, documenti o chiedere di essere ascoltati. Qualcuno ha depositato atti, solo due – Brignoli e Magistrini – si sono fatti interrogare.
Con oggi la seconda fase del procedimento è chiusa. Il pm ha ora dieci giorni per decidere se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio, intenzione manifestata appunto l’8 maggio con l’avviso di chiusura indagini o, alla luce dei fatti emersi, chiedere l’archiviazione.
Toccherà al giudice per le indagini preliminari, nell’udienza che verrà verosimilmente convocata dopo l’estate, stabilire se dovranno essere processati o meno.